Maggio 20, 2024

Inflazione in frenata in Cina e il ritorno del Covid preoccupa

È stata una giornata di dati macro importanti per la Cina, dove sono stati resi noti gli ultimi report riguardo alla inflazione che hanno inciso sull’andamento dello Yuan cinese.

L’ultimo Report sull’inflazione

In base ai dati emerge che nel mese di ottobre l’inflazione nel paese del Dragone è cresciuta del 2,1% su base annua, un livello inferiore al 2,4% che era stato previsto dagli analisti.
A correre sono stati soprattutto i prezzi della carne suina cresciuti del 51,8%.
Se consideriamo soltanto il dato core, ossia quello depurato da gli elementi più volatili, l’inflazione a ottobre è cresciuta dello 0,6%.

I prezzi alla produzione

L’ufficio statistico nazionale ha resi noti anche i dati sui prezzi alla produzione, che per la prima volta da dicembre 2020 sono andati in calo. L’indice PPI è infatti sceso del 1,3% su base annua, tuttavia questa frenata è minore rispetto alle attese degli analisti (1,5%). Il calo dei prezzi alla produzione evidenzia i dubbi sulla tenuta della domanda interna alla luce delle misure anti-covid.

La paura del virus

Proprio il coronavirus è tornato a spaventare l’economia cinese. C’è stata una recrudescenza di contagi che alimenta i timori di potenziali nuovi blocchi. Appena la settimana scorsa, proprio la prospettiva di una minore restrizione aveva innescato il rally del mercato azionario cinese e anche dello yuan.

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La valuta

Lo Yuan cinese si è nuovamente indebolito rispetto al Dollaro, a causa della pressione esercitata dei dati inflazionistici e dalla ripresa dei focolai di coronavirus. La coppia ha formato una evening star pattern trading.  

L’inflazione debole è un assist alla Banca Popolare Cinese per mantenere politiche monetarie accomodanti, esattamente l’opposto di quanto fa la Federal reserve. Va anche aggiunto che di recente i dati commerciali cinesi hanno deluso le aspettative con le esportazioni e importazioni che sono dati inaspettatamente in calo a ottobre.

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