I primi giorni di maggio sono stati pesantissimi per i prezzi del petrolio, che sono andati in caduta sui timori per l’indebolimento dell’economia americana e quella cinese. Soltanto prima del weekend c’è stato un timido rimbalzo delle quotazioni.
Gli ultimi prezzi del petrolio
Dopo diversi mesi i prezzi del petrolio Brent e WTI sono scivolati rispettivamente sotto i 75 e 70 dollari. Ma erano scesi addirittura fino ai minimi di oltre un anno, e chi fa trading su Time frame trading brevi ha vissuto bene questo forte volatilità.
Appena poche settimane fa c’era un clima completamente differente, che faceva addirittura ipotizzare una possibile corsa verso i 100 dollari al barile.
I timori economici
Il tonfo delle quotazioni di oro nero nasce dalle preoccupazioni di recessione, che sono state accentuate dall’allarme sul debito lanciato dal segretario al tesoro americano Janet Yellen. Il rischio di un default a stelle e strisce ha innescato la corsa al ribasso del prezzo del petrolio.
Il quadro tuttavia coinvolge anche le prospettive future riguardo alle banche centrali, che potrebbero alzare ancora i tassi, e le recenti turbolenze vissute dal settore bancario, in special modo dalle singole banche regionali statunitensi.
Ed ancora, l’inaspettato calo della produzione cinese ad aprile ha sollevato forti preoccupazioni sulla domanda di greggio da parte del la seconda economia mondiale.
Suggerimento: prima di negoziare il petrolio occorre sapere se un broker è affidabile così da non rischiare i propri sodli.
L’OPEC+
Va detto che di recente il cartello dei produttori OPEC+ ha annunciato un maxi taglio della produzione di oltre un milione di barili al giorno, sulla preoccupazione di un calo della domanda. Intanto l’International Energy Agency invece stima un surplus di offerta nei prossimi trimestri, nonostante la mossa del cartello.
L’ultimo rapporto EIA ha mostrato che le scorte di benzina negli Stati Uniti sono aumentate inaspettatamente la scorsa settimana di 1,743 milioni di barili, indicando un calo della domanda di carburante. Dal lato dell’offerta, la scorsa settimana le esportazioni di greggio russo sono balzate sopra i 4 milioni di barili al giorno nonostante l’impegno del paese a ridurre la produzione.