Pescare a spinning, alcuni consigli utili

Tra le tecniche di pesca più diffuse troviamo la pesca a spinning, una pesca moderna e dinamica, vediamo di cosa si tratta e come praticarla.

Che cos’è pesca a spinning

La pesca a spinning è una tipologia di pesca adatta alla cattura di pesci predatori e praticabile sia in mare che in acque dolci. È una tecnica che consente di lanciare a grande distanza degli artificiali così da stimolare la curiosità delle prede e spesso è indispensabile per la cattura dei pesci predatori. Si tratta di una tecnica piuttosto difficile che richiede pazienza e costanza, ed un impegno fisico non indifferente e che permette di pescare facendo tanto movimento.

La pesca a spinning dunque non è facile e ha dei ritmi un po’ duri, in cambio offre il vantaggio di essere molto divertente e versatile.

La pesca a spinning in acqua dolce

In acque dolci la pesca a spinning è orientata soprattutto alla pesca del luccio, del persico, del black bass, della trota e anche del siluro uno dei pesci più grandi e potenti delle acque dolci. La tecnica consiste nel lanciare il proprio artificiale il più lontano possibile cercando di animarlo per far scattare l’istinto predatorio del pesce. Si può pescare sia da terra che dalla barca. L’alba ed il tramonto sono indubbiamente i momenti migliori per la pesca a spinning ma il momento ideale è dato da tutta una combinazione di fattori.

La pesca a spinning in mare

In mare si possono pescare spigole e pesci serra, lecce, barracuda, lampughe, palamite e tonni. Un ottimo risultato è dato da lente animazioni con siliconici che strisciano sul fondo.

Attrezzatura da spinning

Per praticare lo spinning da terra occorre il seguente materiale:

  • Una canna da spinning lunga circa 2.10 metri meglio se con anelli in sic o in carbonio. Se si è in barca si utilizzano canne della lunghezza che va da 2.10m a 2.40m.
  • Un mulinello meglio se di modello apposito, meglio se con doppia bobina e meglio se di brand noti. Si tratta di un punto chiave per la tecnica della pesca a spinning che richiede continui lanci e recuperi, spesso eseguiti in ambienti difficili (corrente, incagli), con un mulinello troppo delicato si rischia la rottura degli ingranaggi interni. I mulinelli utilizzati dovrebbero essere fluidi, leggeri e capienti. Per praticare la pesca in acqua in acqua dolce si usano mulinelli di piccola taglia (dal 2000 al 4000). Nella pesca in mare i mulinelli da spinning più potenti arrivano alla taglia 10.000.
  • Del filo realizzato con buon nylon da 0.25 per una sola bobina e uno da 0.20 o 0.25 e uno 0.30 se si hanno due bobine.
  • Le esche di buona qualità. È consigliato orientarsi su tre, quattro rotanti e ondulanti e un paio di minnow. In commercio si trovano tantissimi tipi di artificiali, ognuno con le proprie peculiarità e tutti accomunati dall’intento di ingannare ed attrarre le prede predatrici che non aspettano altro che attaccare, e che non perderanno tempo ad attaccare un artificiale che nuota come una preda.
  • Gli accessori come le girelle con moschettone, una scatola per le esche in plastica “worm proof”, forbice a becchi piatti, slamatore, forbice e uno straccio.

Pesca spinning: consigli

Le fasi importanti della pesca a spinning sono due: il lancio ed il recupero. È importante evidenziare che lo scopo è quello di attirare i predatori, quindi di ingannarli con gli artificiali che dovranno sembrare delle prede, dei pesci vivi feriti o che si sono allontanati dal branco.

La prima cosa da imparare nella pesca a spinning è lanciare. Per farlo è bene iniziare da uno spazio largo, esente da incagli e con pesci di taglia piccola. Si può anche cercare un prato totalmente libero, e usare un piombo da 10 grammi al posto dell’esca. Si impugna la canna sopra il mulinello con la mano destra si tiene il filo fermo con l’indice. Con la sinistra si apre l’archetto.

Ci si accerta di non avere nessuno dietro e si piega la canna all’indietro inclinandola nella posizione delle ore 10 dell’orologio in modo che il cimino sia poco dietro e sopra di voi ed il mulinello sia verso l’alto. Poi, con un movimento veloce ma non improvviso, si fa percorrere un arco in avanti alla canna portando il cimino nella posizione delle ore 2 dell’orologio. Mentre si ferma la canna si toglie l’indice. Se si esegue tutto in modo corretto si vedrà vedrete l’esca volar via e fare almeno una decina di metri.

Dopo il lancio c’è il recupero, Ci si può allenare a recuperare in questo modo: si prende un’esca si apre la girella, si inserisce l’occhiello dell’esca e si richiude la girella, si lancia e appena cade in acqua si inizia a recuperare dando un giro di manovella al secondo.  Il recupero deve avere una giusta sintonia tra i giri del mulinello ed i movimenti dati alla canna dal polso, il tutto con l’intento di animare l’artificiale come se fosse “vivo”.

Se il pesce che attacca l’esca non è grosso, è sufficiente alzare il cimino e recuperare col mulinello. Se invece è grosso, occorre dare un po’ di filo e assecondare le varie fughe. Quando il pesce è vicino a riva occorre dare filo in velocità, si tratta del momento più critico in quanto il pesce è agitato. Una volta tirato fuori dall’acqua il pesce va rilasciato nel minor tempo possibile, così da evitare inutili sofferenze.

Se il pesce si incaglia si può provare a dare qualche strattone (piano piano) al cimino, poi si può tentare di cambiare posizione rispetto all’esca. Se non si risolve occorre mettere la canna in orizzontale, chiudere completamente la frizione ed allontanarsi. Ci si può anche aiutare con un rametto per fare alcuni giri di filo. Il rischio è quello di perdere l’esca.

È opportuno, soprattutto se si ha poca esperienza con la pesca a spinning, iniziare con pesci piccoli in ambienti tranquilli e con pochi ostacoli. Meglio farsi accompagnare da un amico con più esperienza almeno per le prime volte. Una volta acquisita la tecnica, la pesca a spinning vi conquisterà e i sacrifici che richiede saranno ampiamente ripagati.