Zelensky sta cercando in tutti i modi di alzare la posta degli armamenti. Dagli amici occidentali ha avuto la promessa, che in alcuni casi è già in via di realizzazione, di avere carri armati pesanti da combattimento. Così, i Paesi della NATO hanno detto che consegneranno alle forze armate ucraine gli Abrams, i Leopard, i Leclerc, ma la maggior parte di essi sarà disponibile solo fra qualche mese. Nel frattempo, il presidente ucraino si è impegnato a presentare la sua successiva richiesta, quella dei caccia da combattimento. Il pericolo di questi armamenti è enorme. Con i “jet fighters” un errore, un incidente o un malinteso fra le contraparti possono generare un’escalation che condurrebbe dritti alla Terza guerra mondiale, quella in campo aperto fra NATO e Federazione Russa, magari con il coinvolgimento di altre potenze. Lo sanno bene le capitali europee, da Berlino a Parigi, da Londra a Stoccolma, che hanno reagito fortunatamente con prudenza e ragionevolezza. Non così Varsavia e le Repubbliche baltiche, desiderose di dare all’esercito ucraino anche quello che non hanno. In particolare la Lituania si comporta ai limiti del ridicolo, ad esempio quando il suo ministro della Difesa lituano Arvydas Anušauskas aveva detto che anche Vilnius faceva parte della cosiddetta “coalizione dei tank”, quella che ha consentito a Zelensky di avere almeno la promessa di un “pacchetto” di carri armati di vari Paesi NATO. Nel caso della Lituania il dettaglio non trascurabile è quello di essere totalmente sprovvista di carri armati. Anušauskas ha detto: È vero, non abbiamo tank, ma su di essi abbiamo un punta di vista. Il problema di una posizione del genere non è tanto quello di essere ridicolosa, ma terribilmente pericolosa per la pace di tutta l’Europa. Fonte: https://strumentipolitici.it/dopo-i-carri-armati-zelensky-vuole-i-caccia-ma-ce-chi-resiste-alla-nuova-escalation-o/
Kiev vuole i caccia dopo aver ottenuto la promessa dei tank
