Il politologo ceco Oskar Krejčí racconta al portale Parlamentí Listy i pericoli del 2023 rispetto a due punti caldi della politica euroatlantica come Cina e Ucraina. Con questi vertici, sostiene Krejčí, le prospettive non sono rosee, perché i leader occidentali non sembrano accorgersi dei problemi che essi stessi stanno creando o che non stanno contribuendo a risolvere. Il generale ceco Jiří Šedivý avverte del pericolo costituito dall’abbraccio fra Mosca e Pechino, facendo eco a quanto già affermato da Henry Kissinger. Al tempo stesso Šedivý prevede nell’anno in scorso una fine o comunque uno smorzamento del conflitto in Ucraina, non appena l’attenzione dell’opinione pubblica si sposterà sulle migrazioni e sulle altre crisi che incombono. E i generali americani che vedono la possibilità dello scontro armato USA-Cina entro dieci anni forse dovrebbero chiarire come intendono esattamente tale conflitto. Per Krejčí soltanto chi non sa nulla di strategia può immaginare di andare a combattere la Cina sul suo suolo, una potenza nucleare in grande espansione. Ma se è vero, come scritto nel “Concetto strategico del Patto Atlantico”, che la Cina è una minaccia agli interessi, alla sicurezza e ai valori occidentali, allora sarà il prossimo nemico della NATO una volta terminata la guerra di Kiev. Per adesso l’importante è che quest’ultima non si trasformi davvero nella “trappola afghana” che divora uomini, mezzi e denari di tutta Europa. Ma in Occidente non vi è ancora stata alcuna seria riflessione sulle cause della fuga precipitosa da Kabul nel 2021, dunque il timore è che la NATO proceda a testa bassa a rifornire di soldi e armi Zelensky, e si accorgerà del disastro quando sarà troppo tardi. Fonte: https://strumentipolitici.it/ucraina-una-trappola-per-la-nato-in-stile-afghanistan-intervista-al-professor-krejci/