Ricordarsi per prima cosa che il pubblico non è sempre ben disposto a dedicare con continuità la propria attenzione. E’ preferibile quindi, che il conduttore o presentatore, inizi la serata con una gag o un episodio umoristico, pertinente al soggetto della rappresentazione, in questo modo si potrà facilmente sciogliere il ghiaccio. La storiella o l’ episodio devono comunque essere brevi e tali da suscitare la simpatica approvazione in chi l’ ascolta. La “scaletta” va preparata dallo stesso conduttore con l’ aiuto dei compagni e deve contenere tutti quei punti che il presentatore o conduttore ritiene a suo giudizio, importanti da ricordare come per esempio: il nome e il cognome di coloro da premiare, l’ ordine di apparizione dei personaggi sulla scena, battute rilevanti, eccetera. L’ animatore deve guardare spesso il pubblico per catturarne l’ attenzione, ma non deve fissare alcun volto in particolare, tranne se la cosa non sia intenzionalmente prevista. Bisogna invogliare, incitare il pubblico all’ applauso e prendersi il tempo necessario, riprendendo a parlare solo quando quest’ ultimo è sfumato. Molto utile e di notevole efficacia risulta coinvolgere la platea alla partecipazione attiva, mediante semplici coreografie di massa come ad esempio far alzare le mani, far ondeggiare le braccia, far scandire il tempo col battito delle stesse. Facendo in tal modo, il pubblico sarà direttamente coinvolto da ciò che si propone. La partecipazione varia di intensità a seconda del tipo di spettacolo che l’ équipe si accinge a rappresentare, risulta evidente che se si svolgerà una serata musicale o dei giochi spettacolo, il pubblico ne sarà “materialmente” coinvolto. Ciò non significa che la partecipazione in altre forme di spettacolo non sia attiva, ma solo che si manifesterà in modo diverso. Se da un lato è vero che un pubblico partecipe agevola il lavoro di chi è in scena, bisogna però aggiungere che ci si può imbattere in un tipo di platea maleducata. Nel caso in cui si instauri un dialogo con il pubblico, fate attenzione a non lasciarvi sfuggire di mano la situazione e con molto tatto e diplomazia, non permettete interruzioni con battute fuori luogo o di dubbio gusto. Il coinvolgimento, la partecipazione collettiva, dipendono oltre da come si conduce una serata spettacolo, anche dell’immagine che l’animatore trasmette. L’immagine si può considerare come uno strumento visivo, mediante il quale molto più spesso di quanto si possa immaginare si giudica la professionalità, la credibilità, del conduttore. Ancor prima di parlare al microfono, l’immagine già si è rivelata agli altri e questi l’hanno recepita, spetta all’animatore fare in modo che tale comunicazione risulti positiva. Nel linguaggio teatrale in questi casi si parla di “presenza scenica”. La presenza si può considerare un attributo che conferisce ha chi la possiede, un carisma, potere di coinvolgimento supplementare. Quest’ultima si acquisice con l’esperienza, è grazie ad essa che si impara ad avere dimestichezza con l’uso del microfono, padronanza nel condurre le serate e nel calcare le scene in qualità di attore. L’autenticità, la convinzione nelle reali capacità infiammano ed entusismano il pubblico, occorrerà apparire spontanei, sinceri, con i propri pregi e difetti. Anche con i difetti infatti, si acquisisce uno stile, si costituisce una personalità, si crea l’immagine. Bisogna saper trasformare i momenti di imbarazzo scenico, in veri e propri successi, un vuoto di memoria, una gaffe, non vanno mai vissuti come un dramma. Il pubblico è l’amico che incita e che sostiene, la gaffe gli provocherà il sorriso, il lapsus invece li intenerirà, l’ imbarazzo susciterà simpatia nei confronti del loro beniamino. Spesso è lo stesso pubblico ad incitare l’aimatore con un applauso, se si accorge che questi è particolarmente teso e nervoso o se commette qualche “errore” nel condurre la serata. Anche questo è da considerarsi come una forma di vero e proprio coinvolgimento e sicuramente sarà quello più sentito, più spontaneo, nei riguardi dell’animatore.
Considerazioni pratiche :
Capita anche agli attori affermati, di provare una forte emozione prima di calcare le scene. Si tratta di uno stato di disagio spesso generato da situazioni in cui si teme di essere giudicati o criticati, di solito si manifesta ogni qual volta l’animatore deve affrontare il pubblico, quando occorre porsi al centro dell’attenzione e si teme di non esserne all’altezza. L’emozione se adeguatamente controllata, è da considerarsi come una sorta di grande fonte di energia e si sa che per un animatore che non conosce pause, l’energia non è mai abbastanza. Bisognerà comunque rilassarsi per poter beneficiare di tale fonte energetica, la tensione è sempre nemica della memoria, della creatività. Occorrerà rilassare il corpo e distendere la mente per riacquistare padronanza di sè. Elencheremo ora, una serie di accorgimenti da adoperare per rilassarsi prima di affrontare il pubblico e dei suggerimenti per facilitare l’ascolto.
Regole per rilassarsi :
– verificare se il corpo è teso, se i muscoli sono contratti
– lasciare ricadere le spalle (punto di contrazione)
– lasciar defluire l’aria socchiudendo la bocca
– rilassarsi decontraendo gradualmente tutti i muscoli
– respirare profondamente e lentamente
– mantenere un ritmo di respirazione costante
– attivare un dialogo interno che miri a rilassarvi
– immaginarsi una situazione positiva
– immaginarsi una sensazione piacevole
– concentrarsi sul raggiungimento dell’obiettivo : il successo personale
Regole per essere ascoltati :
– prima di iniziare a parlare fare un respiro profondo e decontrarre i muscoli
– riempire i polmani alla fine di ogni frase
– parlare in fase di aspirazione
– pronumciare le parole in modo chiaro, privo di inflessioni dialettali
– raccontare aneddoti o episodi divertenti, stimola l’attenzione del pubblico
– la conclusione, i ringraziamenti ed i saluti non devono mai essere frettolosi, occorre prendersi le giuste pause
( a cura dello staff di Animandia, tratto da Analisi generale dell’animazione Edizioni Effegi)
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