L’ultima sessione di novembre sul mercato valutario non ha mosso granché le acque. L’euro si è confermata una delle valute più in difficoltà del momento, tanto che il bilancio finale di questo mese rispetto al dollaro segna un calo di circa il 3%.
I driver della coppia di valute
Sulla coppia euro-dollaro stanno agendo soprattutto le incertezze riguardo alle prossime mosse di politica monetaria, tanto della Federal Reserve quanto della Banca Centrale Europea. L’istituto americano potrebbe rallentare o addirittura fermare il ciclo di taglio dei tassi di interesse per via delle prospettive di politica economica sotto la nuova presidenza Trump. Proprio questo ha consentito al dollaro di guadagnare molto terreno in questo mese sul mercato delle valute.
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Le spine della BCE
Sull’altro versante invece la Banca Centrale Europea si trova di fronte a diversi problemi che hanno creato una divisione interna tra colombe e falchi. I primi stanno spingendo verso una rapida riduzione dei tassi di interesse, per portarli quanto prima possibile a livelli neutrali, così da stimolare l’economia della eurozona che vive grandi difficoltà. Peraltro la prospettiva di battaglie dei dazi a seguito della elezione di Trump rischia di appesantire ulteriormente la crescita economica europea.
Dall’altra parte ci sono però i falchi della politica monetaria, che avvertono sui rischi che possono derivare dall’inflazione che, sebbene in calo, continua ad essere persistente. Inoltre l’area sta attraversando una fase politica dedicata, viste le crisi in Germania e Francia.
Come si sta orientando il mercato
Gli operatori del mercato delle valute ritengono comunque che la Banca Centrale Europea possa davvero accelerare il percorso di taglio ai tassi di interesse, anche sforbiciando di 50 punti base il costo del denaro nella prossima riunione di dicembre.
Per questo motivo sul mercato delle valute l’euro continua ad indebolirsi, e diversi candele giapponesi pattern confermano queste difficoltà. Il cambio EURUSD è scivolato durante questo mese anche sui minimi di due anni, poco oltre la soglia di 1,04, e da allora la ripresa è stata fiacca visto che il cambio si trova a 1,055.