Nei prossimi giorni Sua Santità Papa Francesco si recherà in visita a Cipro ed in Grecia, due Nazioni profondamente cristiane e legate alla tradizione ortodossa. L’auspicio è che sia occasione per rafforzare il dialogo ecumenico con i diversi patriarcati in cui si articola la Chiesa Ortodossa.
Al centro del dialogo ecumenica deve essere affrontato il tema della Pasqua. E’ scandaloso che la Solennità che è il fulcro della fede cristiana venga festeggiata a seconda che si appartenga al rito latino o a quello ortodosso. Le Chiese, anche cattoliche, di rito orientale seguono , al pari di quelle ortodosse il calendario giuliano mentre il rito latino il calendario gregoriano causando un senso di difficoltà per i cristiani.
Se dichiariamo di essere “una cosa sola” seppur nelle diversità delle tradizioni è un dolore vedere come la Resurrezione di Cristo sia solennizzata in modo diverso da cristiani e cristiani. La nostra unità non è questione di potere o di individuare una figura che debba “comandare” secondo i dettami del “mondo” ma di testimoniare che “Cristo è Risorto”.
E come possiamo trovare la forza di questa testimonianza se non siamo neppure concordi sulla data in cui celebrare la sua resurrezione?
Nel 2025 saranno 1700 anni dal Concilio di Nicea e allo stesso tempo un anno in cui i cristiani di rito latino e quelli di rito orientale festeggeranno la Pasqua nella stessa data . Prediamo questo evento e rendiamo uniforme per tutti i cristiani la data della Pasqua. La soluzione potrebbe venire dalle chiese cattoliche di rito orientale o da alcuni patriarcati ortodossi. Ovvero usare il calendario giuliano per la Pasqua in questo modo vi sarebbe uniformità di computo del tempo e non andrebbe a intaccare le diverse tradizioni. Anche per il rito latino sarebbe ritornare (solo per la Pasqua) al computo precedente il calendario gregoriano. Sarebbe per tutti una salvaguardia della Tradizione
Marco Baratto