Come hanno reagito gli Italiani al lockdown nazionale contro il COVID-19?
A questa domanda risponde una ricerca peer-reviewed sui social media, recentemente pubblicata sulla rivista Big Data and Cognitive Computing. Lo studio, firmato da due ricercatori italiani e da uno studioso della University of Melbourne, ha ricostruito le emozioni e le parole più prominenti usate dagli utenti online su Twitter all’indomani del lockdown iniziato il 10 Marzo 2020.
Il team di esperti ha adoperato i social media come “termometro digitale”, utile per leggere lo stato d’animo degli italiani e la loro percezione della pandemia di coronavirus. Effettuando una analisi del linguaggio e di hashtag come #italylockdown, #sciacalli o la campagna promossa dal Governo Conte con #iorestoacasa, gli esperti hanno identificato emozioni negative e positive dirette a diverse sfaccettature della pandemia.
Gli Italiani hanno espresso ansia e preoccupazione per le ripercussioni economiche del lockdown ma anche rabbia nei confronti di specifici attori del discorso politico. Disgusto e rabbia sono stati identificati nella descrizione di atti criminali di sciacallaggio delle scorte mediche, come la penuria di mascherine e gel disinfettante. Fiducia nelle istituzioni e speranza in gesti di solidarietà hanno contraddistinto il discorso attorno alla quarantena. Anche i flashmobs hanno ispirato emozioni positive, quali speranza e fiducia, con gesti come i cori dai balconi interpretati come una strategia evolutiva di comunione e risposta alla minaccia della pandemia.
Identificare queste emozioni e gli ambiti in cui esse si presentano è di grande importanza per capire meglio l’impatto che il lockdown ha avuto sui cittadini, conclude lo studio. Essere esposti a emozioni di rabbia o paura per lunghi periodi può incrementare l’aggressività e minare anche la fiducia nel discorso politico e in altre misure volte a ridurre l’impatto della pandemia.
Seguire il discorso della gente su Twitter permette di sondarne lo stato d’animo. Algoritmi e analisi di intelligenza artificiale, come quella implementata dai ricercatori, possono essere fondamentali per dare voce alle masse e capire come queste ultime abbiano vissuto il lockdown e l’emergenza coronavirus.