Il prezzi del petrolio aumenta costantemente e il Laos non riesce più a comprare una quantità sufficiente per i suoi cittadini: ed ecco lunghe code alle stazioni di servizio, che non riescono più a soddisfare la domanda e mettono un limite ai litri acquistabili dal singolo cliente. Per il Laos sarà meglio trovare nuovi fornitori, come ha detto il ministro dell’Industria e del Commercio Khampheng Saysompheng: per non dipendere più dagli unici due Paesi che gli vendono il combustibile, cioè Thailandia e Vietnam, il Laos si rivolgerà ad altri, tra cui anche la Russia, che invece l’Europa cerca di boicottare. Ma il problema a monte è la situazione finanziaria del Paese, molto vicino alla bancarotta: le riserve di valuta estera, utili appunto per acquistare petrolio, si stanno esaurendo, quando la stessa moneta nazionale, il kip, si sta pesantemente deprezzando rispetto a euro, dollaro e yen. E il debito pubblico sembra quasi fuori controllo. Aveva preso una brutta china alcuni anni fa con gli ingenti prestiti dati dalle banche cinesi per finanziare i grandi progetti infrastrutturali della Nuova Via della Seta. Gli esperti avevano messo in guardia Vientiane già nel 2018, e nel corso di questi anni le agenzie di rating come Fitch e Moody’s hanno abbassato il voto del Laos sempre di più, fino all’attuale “C” o persino peggio. Per tappare qualche buco nel budget statale, il governo laotiano ha ceduto la maggioranza delle azioni della compagnia elettrica nazionale, la Électricité du Laos (EDL), proprio ai cinesi della China Southern Power Grid Co. Ma non basta, perché il crollo del turismo e delle rimesse mandate dagli emigrati (fenomeni causati dalle misure restrittive contro il COVID-19) hanno dato una mazzata da cui il Paese fa fatica a riprendersi. Fonte: https://strumentipolitici.it/laos-scarseggia-la-benzina2-il-governo-tenta-misure-straordinare-per-salvare-leconomia/