Ottobre 22, 2024

La poetica della visività in tre artisti dal profilo internazionale per educare lo spettatore a soffermare i propri occhi sulla bellezza, mostrando tecniche pittorico-segniche differenti ma che hanno la comune ambizione di trasmettere emozioni. Il legame, tra gli occhi dell’osservatore e la mano dell’artista, nasce dall’esigenza di quest’ultimo di esprimere se stesso e del fruitore di ritrovarsi nei segni tracciati sul supporto. Nell’astrattismo di Judith Estela Britez Di Sano rintracciamo una pittura modulare, in cui disegno e scrittura si fondono e si intersecano vicendevolmente, creando mappe segniche che inducono lo spettatore a concentrare l’attenzione sulle parole illuminate e a far guidare dall’artista il proprio occhio in un labirinto di geometrici chiari scuri. Il linguaggio di Marcelo Larrosa vede il colore dare corpo a strutture reticolari immaginarie. L’istintività del gesto è, in questo caso, la spinta propulsiva di una visività frenetica e dinamica che trova ristoro nelle altalenanze cromatiche.

Nella pennellata vaporosa e luminosa di Paolo Scafetti c’è, invece, il riverbero della ritrattistica contemporanea mutuata da quella seicentesca e ottocentesca. I suoi soggetti sono elegantemente vestiti da un classicismo che istruisce l’occhio a un’arte dotta, che ha appreso i segreti della creatività del passato per tramandarla nel futuro.

Nei segni, che tracciano l’espressione artistica di queste tre diverse personalità del panorama emergente contemporaneo, troviamo tre correnti creative che indicano come la mano venga spinta da esigenze emotive differenti, dalle più rigorose e razionali alle più istintuali. Tutto questo è barlume di come l’arte sia ancorata all’animo umano, segno che è l’unico vero strumento per comprendere il sentimento di un’epoca.

 

Alessia Ferraro

IkiGai Art Gallery Director

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