Dicembre 20, 2024

Il Marocco è essenziale per la gestione del fenomeno migratorio

L’Ambasciatore Rappresentante Permanente del Marocco presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Omar Zniber, ha ricordato mercoledì, durante le discussioni svoltesi nell’ambito della 47a sessione del Consiglio dei diritti umani, la responsabilità diretta dall’Algeria nel persistere del calvario sopportato da le popolazioni dei campi di Tindouf, private dei loro diritti più elementari, e utilizzate dalle autorità di questo paese come attività commerciale. L’Ambasciatore ha inoltre richiamato l’attenzione sulle gravi violenze e sulle pratiche inumane e degradanti perpetrate dalle autorità algerine nei confronti dei migranti, in particolare dei migranti subsahariani, come testimoniano i rapporti di diverse organizzazioni internazionali. Dialogo interattivo con il Relatore Speciale sul diritto a un alloggio adeguato , il sig. Zniber ha osservato che “è tempo di interrogare le autorità algerine sul fatto che da 45 anni mantengono le popolazioni nei campi di Tindouf, senza aver potuto organizzare condizioni abitative minime, lasciandole vulnerabili e precarie. , mentre la totalità di questa popolazione costituisce l’equivalente di pochi isolati di un distretto della capitale di questo paese”. “Ha anche ricordato che l’OIM ha rilasciato una dichiarazione ufficiale datata 3 giugno, congratulandosi con il Marocco per la gestione degli eventi prodotti a Ceuta, nel nord del Marocco. “Il rappresentante dell’Algeria ha accolto irresponsabilmente questa situazione, arrivando fino a lodare il mantenimento dei coriandoli coloniali, contraddicendosi e rivelando la vera natura dei suoi governanti che non solo non agiscono contro le estensioni del colonialismo, ma diventano loro complici come noi ho appena visto “, ha sottolineato. È semplicemente un insulto alla memoria dei valorosi algerini che hanno liberato il loro Paese, con il sostegno forte e incondizionato del Regno del Marocco, i cui leader hanno sempre optato per scelte giuste e legittime, a differenza del potere installato ad Algeri da decenni. che ha persistito nella rabbia per l’ostilità e l’indignazione nei confronti dei suoi vicini, ha detto Zniber. Pur sottolineando l’esperienza del Marocco provata e riconosciuta dalla comunità internazionale sul capitolo delle migrazioni, ha indicato che “le dichiarazioni del rappresentante dell’Algeria rivelano il vero volto del suo regime, che si compromette nelle sue stesse trappole, vessando la comunità internazionale con propaganda su un presunto fatto coloniale nelle province meridionali del Marocco, senza alcuna eco o orecchio attento, e per converso essendo al tempo stesso complice della conservazione di presenza coloniali nella parte settentrionale del mio Paese”. “Questo è il vero volto del regime che governa l’Algeria che non esita a deviare i dibattiti del nostro consiglio, a favore della sua logica di strumentalizzazione, ma che in realtà non trae in inganno nessuno, né ottiene alcun sostegno”, ha aggiunto. Ha rilevato che la delegazione algerina è stata l’unica a sollevare martedì la questione del Sahara tra le 130 delegazioni che hanno preso parte al dialogo interattivo con l’Alto Commissario per i diritti umani” E’ bene ricordare che a Rabat vi è , l’” ufficio africano dei Migranti” . Una struttura fortemente voluta da Sua Maestà Mohammed VI , in una ottica pan africana . L’osservatorio si propone di affrontare la migrazione in Africa in modo sereno e razionale, in particolare in termini di volume, cause e relativo aspetto evolutivo infatti come osservato dal Ministro degli Affari Esteri , Signor Bourita la migrazione “resta in molti casi una semplice percezione, perché basta diffondere certe immagini sui media e sui social network per creare stereotipi e luoghi comuni”

L’Osservatorio fungerà da leva nell’ambito di una rete composta da centri di ricerca ed esperti, al fine di creare una dinamica di ricerca scientifica e sociale sul tema della migrazione, ha affermato, chiedendo L’Africa per sbarazzarsi di ogni complesso di inferiorità, per affrontare i suoi problemi per controllare i suoi problemi e per difenderli a testa alta.

Infatti, in un ottica moderna di gestione del fenomeno migratorio risulta errato attribuire tutto il peso della migrazione ai paesi di transito, poiché la migrazione è una responsabilità che ricade sia sui paesi di origine che su quelli di destinazione, ha sottolineato, sottolineando che i paesi di transito non possono svolgere il ruolo di gendarme al servizio dei luoghi di origine o di arrivo , perché questo è inaccettabile e non corrisponde né ai principi e alla filosofia del Marocco né alla visione di Sua Maestà il Re sulla questione delle migrazioni.

Il Marocco nel suo complesso svolge un azione di alto profilo, anche in rapporto ai paesi vicini nella protezione dei migranti. Uno sforzo sociale che vede , nella tradizione marocchina coinvolte tutte i livelli della comunità marocchina , basti ricordare come lo stesso Papa Francesco , visitando il centro Caritas di Rabat, dove ha incontrato i migranti abbia voluto sottolineare che in quel luogo ricordato che ” Ho voluto offrire quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – affinché coloro che vogliono aiutare a rendere più concreta e reale questa alleanza possano con saggezza coinvolgersi piuttosto che tacere, soccorrere piuttosto che isolare, edificare piuttosto che abbandonare.”

L’osservatorio sulle migrazioni si inserisce in una grande visione strategica e di umanità caratteristica dell’azione di Sua Maestà ed in linea con lo sguardo di tutti i suoi predecessori nei confronti dei Migranti. Il Marocco, nel corso della sua millenaria storia è stata un terra accogliente per coloro che nel passato fuggivano da persecuzione nelle loro terre. L’Osservatorio sulle migrazioni è una grande opportunità per il continente africano ma , allo stesso tempo anche per l’Europa.

L’Osservatorio sulle migrazioni potrebbe divenire per l’Europa un punto di riferimento dove promuovere una emigrazione responsabile , dove in accordo con il Marocco svolgere attività di formazione di coloro che decidono di lasciare la propria terra per cercare fortuna altrove. Potrebbe divenire un punto dove domanda ed offerta di lavoro si possono incrociare e dove gli stessi migranti possano già espletare le pratiche burocratiche per una migrazione regolare e responsabile. Ora più che mai spetta all’Europa sostenere il Marocco sempre di più

 

Marco Baratto

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