Ottobre 5, 2024
  1. Il pittore hypnos al secolo Gilberto Di Benedetto ha deciso di donare una copia in legno dell’ opera Michael’s gate a Lorenzo De Curtis quale riconoscimento al contributo apportato ai suoi

    studi sul campo morfogenetico.
    Rupert Sheldrake, biologo e saggista britannico, nei suoi scritti: A New Science of Life (1981) e The Presence of the Past (1988), elabora la teoria dei campi morfogenetici. Sheldrake si pone il problema di prevedere il comportamento di un aggregato (un sistema, un organismo complesso composto da più parti) sulla base dei comportamenti dei suoi singoli elementi. Prendendo come riferimento il volo degli stormi di uccelli, o la formazione dei cristalli, fino a considerare le molecole proteiche del corpo umano o la formazione di cellule diverse a partire da un’unica cellula e da un unico DNA, Sheldrake individua la presenza di una forza invisibile presente nel sistema ma non identificata con uno dei suoi componenti, bensì col sistema stesso. Inoltre questo “campo morfico”, responsabile dell’organizzazione, della struttura e della forma del sistema, avrebbe una sua memoria, determinata – questa si – dal contributo di ciascun membro.
    In linea con la moderna fisica, che parla di campi elettromagnetici e gravitazionali, e parallelamente alle scoperte della fisica quantistica sull’entanglement (ovvero sulla permanenza di una relazione tra due particelle subatomiche poste a distanza), Sheldrake elabora tre principi base dell’ipotesi della Causalità Formativa:
    I campi morfogenetici sono un nuovo tipo di campo che fino ad ora non è stato riconosciuto dalla fisica: non potranno mai essere realmente compresi attraverso le concezioni meccanicistiche classiche, ma richiedono concetti assolutamente nuovi.
    Così come gli organismi alla cui formazione presiedono, si evolvono. Hanno una storia e, grazie a un processo chiamato risonanza morfica, contengono in sé una memoria. Ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie e si sintonizza con i suoi membri passati, a sua volta contribuendo all’ulteriore sviluppo della specie stessa.Fanno parte di una famiglia più vasta di campi, detti campi morfici: così come i campi già noti dalla fisica, essi sono memorie di influenza all’interno dello spazio-tempo, localizzati dentro e intorno ai sistemi che organizzano e strutturano con le loro informazioni. Essi presiedono e organizzano i sistemi, ponendo ordine al caos e all’indeterminismo. Inoltre comprendono in sé e connettono le varie parti del sistema o dei sistemi che organizzano.

La funzione basilare dei campi morfici è quella di imporre un ordine all’indeterminismo dei sistemi che presiedono: essi lavorano a livello subatomico, agendo come restrizioni programmate e schematizzate sulla moltitudine di eventi probabili. I campi morfici guidano i sistemi verso obiettivi specifici, che rappresentano i limiti verso i quali un sistema dinamico viene attratto (quelli che Renè Thom nella sua teoria del caos e delle catastrofi chiama “attrattori”).Sulla base degli studi del campo morfogenetico  Hypnos ha riprodotto su legno a mo di icona 99 copie del noto dipinto esoterico Michael’s Gate da lui eseguito l’ undici settembre del 2001.
L’assoluta novità di queste “copie d’autore” che di fatto diventano dei pezzi unici, quasi “reliquie” del prototipo originale, è che ciascuna di esse sarà corredata dal genoma dell’artista che la rende così a tutti gli effetti, un’estensione, un’emanazione del dipinto realizzato da Hypnos.
La serie sarà di 99 pezzi, numerati, firmati e certificati ( con il codice genetico dell’artista) e andrà a creare una vera e propria sorta di “rete neurale” psichica tra i possessori di ciascuna copia, collegate tutte all’originale.
In pratica Michael’s Gate, diviene una sorta di “portale” psichico, astrale, luminoso che ricorda agli uomini e a tutti coloro che ne posseggono una copia, la loro dignità e il loro diritto all’esistenza più vera. È quindi una specie di “magia”, un’operazione “magica” che coinvolge tutte le copie di Michael’s Gate, collegate con il dipinto “madre”, che consentirà la creazione di quella che gli esoteristi chiamano un’campo morfogenetico , finalizzata al conseguimento della propria realizzazione psicospirituale.
Sarà quindi il proprietario della “copia” a dare e a trarre forza dall’immagine non iconica del dipinto, proiettando verso di essa con la propria immaginazione la volontà che lo spinge ai più alti risultati spirituali, animici ma anche concreti.www.michaelsgatemuseum.com

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