il corso di quest’anno si svolgerà, in tutto (o molto poco probabilmente in parte) per via telematica: siamo in “tempo d’epidemia”, purtroppo, di una gravità e consapevolezza sociale come non si vedevano da oltre un secolo. Tra l’altro è proprio lo studio della storia, e soprattutto quello della
dei meccanismi di impatto di una tale calamità improvvisa e, almeno all’inizio, senza terapia o addirittura senza consapevolezza eziologica ed epidemiologica (come spesso avvenne nel passato) sulle società umane, registrando puntualmente i loro cambiamenti, anche epocali, durante e dopo il passaggio del morbo. Stiamo vivendo quindi in un tempo “interessante”, come direbbe un filosofo: dovendo quindi filosoficamente fare di necessità virtù, dedicheremo la seconda parte di questo corso alla storia delle epidemie cercando, attraverso l’analisi dei i modelli storici, di aumentare la nostra consapevolezza su questo genere di eventi non solo da un punto di vista “biologico” (gli antropologi culturali direbbero “riduzionistico”) ma anche e soprattutto dal punto di vista demografico, sociale e “medico”.
Quella dell’importanza del ruolo delle malattie nella storia politica delle comunità umane è stata ignorata per lungo tempo: gli storici fino alle soglie del XX secolo vedevano la storia come un dipanarsi di avvenimenti quasi esclusivamente scanditi da conquiste territoriali, politiche e sociali, da cambiamenti culturali e, al massimo, da conquiste tecnologiche e scientifiche. Nessuno, prima degli anni ’50 del secolo scorso, avrebbe osato invocare come concausa del collasso dell’Impero Romano l’ingresso del malattie epidemiche sconosciute nel bacino del Mediterraneo tra II e III secolo o ipotizzare la fine del Medioevo (o perlomeno di “un certo medioevo”) con l’arrivo della Peste Nera del 1348, tanto per fare due esempi abbastanza significativi. Oggi la storiografia è cambiata ed anche la Storia della Medicina tende a superare il solo racconto delle mirabili gesta dei nostri predecessori e delle loro idee filosofiche e scientifiche per rivolgersi verso la paleopatologia e considerarla uno strumento importante di analisi storica. Soprattutto adesso.
Spero che questo corso vi aiuti nel progresso degli studi e nella vostra futura professione, se non altro aggiungendo una consapevolezza di un passato e dei suoi complessi meccanismi e risultanze che, volenti o nolenti, riverberano ancora nella medicina dell’oggi e perfino nel quotidiano di questa nostra, splendidamente faticosa, scientia.
Buon lavoro