Cuore allegro di Viola Lo Moro,
edito da Giulio Perrone Editore
Pagine: 144
Pubblicazione:15 ottobre 2020
Isbn: 978-88-6004-552-2
Categoria: Poiesis
ISBN: 978-88-6004-552-2
Autore: Viola Lo Moro
La silloge poetica che seziona il cuore, è questo il libro di Viola Lo Moro. L’autrice in queste poesie affronta dei temi importanti che riguardano proprio gli affetti, la famiglia, le relazioni e poi i sentimenti, le paure, le sofferenze e lo fa attraverso una poetica tagliente e fraziona il cuore come se stesse eseguendo un’operazione chirurgica. Può veramente essere un “Cuore allegro”? A tratti si gioisce e a tratti si patisce, il più delle volte le pene arrivano proprio da coloro che dicevano di amarci. Così nella sofferenza iniziano gli spasmi e alcune volte i dolori sono causati da spilli, forbici e arnesi di metallo. Metafore si rincorrono tra i versi di Viola che rendono la notte incisiva e il giorno confuso. Non è assolutamente semplice esistere e mantenere un cuore allegro, senza attraversare: la solitudine, vedere la morte di altri, sopravvivere alla noia e allo stridio dell’anima e continuare ad abitare il mondo.
Tenera è la notte pensavo ma non è vero.
Appuntita e uncinata è la notte
attraversa di spillo il costato
preleva il capello nello scarico stomaco
Torna a galla il capello per l’esofago stretto
lo spasmo confuso tra cibo e respiro
prende d’affanno un sospiro
di schianto.
Si appoggia sugli incisivi
lo spillo della notte
suona stride contro i denti
Sinossi
Il cuore anatomico è diviso in quattro camere. Questa raccolta poetica racconta quattro camere accumunate tra loro dalla presenza – a temperature diverse – di un sentire incarnato, che si ostina a rilevare le asperità del tempo che passa, i conflitti irrisolvibili e gli abbandoni.
La prima e l’ultima sezione sono legate insieme da una ricerca di avvicinamento a una identità precaria dell’io narrante: i sogni, la memoria familiare, i nomi, le case. La parola poetica gira ossessivamente intorno a tutto ciò che non costituisce un io solido e si sostanzia di oggetti e di immagini concrete (animali, fili elettrici, liste della spesa, viscere) come a svelarne – per contrasto – la caducità. Tutto esiste quindi tranne l’identità, anche se – proprio in questa approssimazione epidermica – è possibile infine rintracciare un mosaico a specchio infranto di una ricerca perpetua.
Le due sezioni intermedie hanno a che fare con gli affetti e le relazioni.
La seconda camera è quella della relazione con alcuni momenti precisi in cui la poeta ha assistito al passaggio di una persona cara dalla vita alla morte. Dominano i contrasti tra luce e ombra, il tempo è scandito da orologi a ricarica e gocce di flebo. Il cuore rallenta.
Nella terza camera l’io narrante si confronta con i corpi immersi nella dimensione sensuale e amorosa. Accanto alla carne viva degli atti d’amore, come per giustapposizione, emerge una lacerazione data dall’abbandono costante di una prospettiva comune. Ancora una volta torna la solitudine nella città come dimensione costruita in contrapposizione con il desiderio di abitare insieme quello spazio dei sentimenti e del tempo.
Biografia
Viola Lo Moro è nata a Roma il 20 Dicembre del 1985. Si è laureata in letteratura moderna e contemporanea e specializzata in letterature comparate. È una delle socie della libreria delle donne di Roma, Tuba, della quale cura la programmazione. È, insieme ad altre, ideatrice e organizzatrice del festival delle scrittrici “InQuiete”. Ha scritto e scrive articoli per riviste letterarie e femministe (Leggendaria, DWF, Letterate Magazine, Femministerie).
Contatti
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