La situazione difficile che sta vivendo il mercato dell’auto in Europa ha importanti riflessi su Stellantis. Visto il continuo calo delle vendite, la casa italo-francese ha infatti deciso di sospendere temporaneamente, a partire novembre, l’attività produttiva in alcuni stabilimenti italiani: Pomigliano d’Arco, Termoli e Pratola Serra.
I dati flop sulle vendite
Nel trimestre che si è chiuso a fine settembre, Stellantis stima che le consegne siano state il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo delle consegne è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali, che comunque si sono ridotte di circa il 15%.
In Italia la produzione Stellantis è calata ancora: -31,7% nel terzo trimestre del 2024. Negli Usa, principale mercato del Gruppo, le difficoltà sono persino maggiori rispetto a quanto avviene nel Vecchio continente, visto che le consegne sono diminuite del 36%.
Il nodo dei veicoli elettrici
I problemi di Stellantis sono gli stessi che stanno affrontando tutti i maggiori player del mercato automobilistico. Gli ordini di mercato dei veicoli elettrificati in Europa continuano a essere deboli, mentre gli investimenti fatti per riuscire a rispettare le tabelle di marcia per la transizione energetica sono molto ingenti. Troppa spesa e poca resa, in sostanza, tant’è che l’ad Tavares era tornato a invocare gli ecoincentivi per sostenere il settore dell’automotive elettrico.
Inoltre la concorrenza asiatica si fa sempre più feroce, rosicchiando progressivamente alle vendite dei giganti europei le loro quote di mercato.
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Moody’s taglia le previsioni
L’agenzia di rating Moody’s ha confermato i rating Baa1 e (P)P-2 per Stellantis N.V. ma ha tagliato l’outlook da stabile a negativo. Il motivo sono i rischi di cash burn previsto, “a seguito del recente profit warning del management con l’aspettativa che la performance operativa rimbalzerà l’anno prossimo“.
Questa situazione negativa sta chiaramente avendo forti ripercussioni anche sull’andamento in Borsa del titolo. Nell’ultimo semestre Stellantis è andato in calo di circa il 50%, con il suo grafico point and figure trading tutto rosso. Scambiava a oltre 24 euro, mentre adesso è poco sopra i 12 euro, sui minimi di circa 2 anni.