Con una lettera accorata , Oualid Kebir, presidente della associazione MAPCD , ha presentato alle Nazioni Unite , la situazione di deterioramento dei diritti umani in Algeria .
La lettera è toccante, è scritta da un uomo che ha cuore la sua Nazione, ma proprio per questo ha il coraggio di denunciare la situazione generale.
Il “grido di dolore” che quest’uomo fa pervenire alle Nazioni Unite . Non è solo una denuncia , un triste elenco di persone che vengono arrestate o processate . Questo difensore dei diritti umani , non si ferma alla denuncia ma , da persona che ama la propria Nazione, chiede al suo Stato un profondo rinnovamento . Riforme anche semplici come ” Rivedere gli articoli 97 e 100 del Codice penale per smettere di criminalizzare le riunioni pacifiche.
Prevedere un controllo giudiziario e un rimedio efficace, compreso un risarcimento, nei casi di negazione illegale del diritto alla libertà di riunione pacifica da parte delle autorità statali;Abrogare l’articolo 95bis del Codice penale e rimuovere tutte le restrizioni indebite alla possibilità delle organizzazioni della società civile di ricevere finanziamenti, in linea con le migliori pratiche indicate dal Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla libertà di riunione e associazione pacifica ” oppure “Abrogare gli articoli da 87 bis a 14 del codice penale relativi alle attività terroristiche e sovversive e riformulare la legislazione antiterrorismo in conformità al diritto internazionale, come indicato nella risoluzione 35/34 del Consiglio dei diritti umani e nella comunicazione delle procedure speciali delle Nazioni Unite del 27 dicembre 2021; Cessare tutti gli arresti arbitrari e i procedimenti giudiziari senza prove di attività terroristiche violente e rilasciare tutte le persone ingiustamente detenute per reati legati al terrorismo”.
In Europa è in corso una guerra , tutti gli opinionisti, sono concordi che alla base di questo conflitto vi sia in gioco la libertà , ma allo stesso tempo la stessa Europa non vuole vedere e sentire il grido di dolore di uomini come ” Oualid Kebir. Sono problemi che dovrebbero ruiguradare tutti . La situazione è ovviamente grave ma, non irrecuperabile anche se tante troppe sono le questioni aperte . A titolo d’esempio la Chiesa cattolica in Algeria ha diffuso un comunicato in cui annuncia la chiusura “completa e definitiva” della Caritas in Algeria a partire dal 1° ottobre.
Un fatto che ha lasciato sconcertati gli operatori perché comporta il licenziamento del personale, il venir meno del rapporto con i volontari e di servizi caritativi nei confronti di migliaia di poveri e beneficiari dei servizi Caritas. Secondo don Cesare Baldi, direttore della Caritas in Algeria dal 2009 a 2019 le tensioni con le autorità pubbliche si possono risolvere attraverso il dialogo. Un dialogo che come Italia dobbiamo faciltare .
Il “Piano Mattei” lanciato dal Governo dell’Onorevole Giorgia Meloni non può trascurare le libertà religiose, le libertà fondamentali anche con attraverso un sistema premiale. Si favoriscano i rapporti con gli Stati del Nord Africa che già ora assicurano le libertà fondamentali ed individuali e si aiutino gli altri a percorrere la stessa strada.
Marco Baratto