Da molto prima che iniziasse la crisi che oggi è sfociata in scontri armati, cioè da molto prima del colpo di Stato o rivoluzione dell’Euromaidan nel 2014, l’Ucraina si stava spopolando a ritmi sempre più alti. Ad esempio, a inizio 2020, dunque prima della pandemia, era stato rivelato che nella regione di Cernihiv a norde della capitale Kiev addirittura 29 villaggi erano stati cancellati dagli elenchi amministrativi perché si erano completamente svuotati: gli abitanti erano morti oppure emigrati. Sempre a a ridosso del 2020, la direttrice dell’Istituto di demografia e di ricerche sociali M.V. Ptukha dell’Accademia Nazionale ucraina delle Scienze dell’Ucraina aveva spiegato che le due cause che impediscono a un terzo dei ventenni ucraini di diventare sessantenni sono l’alcolismo e gli incidenti stradali. Oggi, questo stesso Istituto ha mostrato le previsioni di natalità e spopolamento per il 2023 e per gli anni a venire. Come dichiarato dalla direttrice stessa, sono dati potenzialmente catastrofici, che anticipano di vent’anno le precedenti previsioni di spopolamento di almeno un quinto degli ucraini. In particolare, la natalità è molto al di sotto della soglia minima, mentre le cause di mortalità e di emigrazione sono molto peggiorate con il conflitto in corso. I milioni di ucraini fuggiti all’estero, pure in Russia, difficilmente vorranno tornare in un Paese che già prima della guerra era al penultimo posto in Europa per tenore di vita. Considerando poi che con status europeo di protezione temporanea (TPD) posso avere fino a tre anni di agevolazioni sociali, mediche e lavorative, è lecito credere che vorranno restare in Germania, in Polonia, in Bulgaria o in Spagna, esempio dei Paesi che hanno avuto più richieste di asilo. Anche in Italia ve ne sono alcune centinaia di migliaia, soprattutto donne, che sono mogli, badanti o collaboratrici domestiche. FONTE: https://strumentipolitici.it/ucraina-declino-demografico-sempre-piu-acuto-ma-lo-spopolamento-era-iniziato-gia-ventanni-fa/