Il 19 novembre 2023, Siurgus Donigala ha dato il via alle celebrazioni di Saboris Antigus, regalando ai visitatori un assaggio delle sue tradizioni gastronomiche uniche. Nel frattempo, Gesico ha sollevato il sipario sulle sue proposte il 26 novembre, mentre Suelli si appresta a farlo il 3 dicembre 2023. I tre borghi, avvolti nella magica atmosfera della subregione della Trexenta, sono uniti da un legame profondo con le radici sarde e dalla condivisione di un patrimonio culinario autentico. Ciò che rende questo itinerario ancora più affascinante è la presenza di leggende intramontabili che avvolgono questi borghi come un velo misterioso. Antiche storie che risuonano tra le stradine acciottolate, ogni angolo di Siurgus Donigala, Gesico, e Suelli racconta una storia unica, impreziosendo l’esperienza dei visitatori.
Siurgus Donigala, Nuraghi Millenari e Intriganti Leggende
Immerso in un territorio intriso di storia sin dal Neolitico, Siurgus Donigala è un comune ricco di testimonianze archeologiche che narrano la saga millenaria dei suoi abitanti. Nato dalla fusione dei centri di Siurgus e Donigala nel 1927, il paese ospita Su Nuraxi, antico villaggio nuragico che testimonia oltre 3500 anni di continua presenza umana. Nell’epoca giudicale, Siurgus costituì il fulcro della curatoria fino al 1258, evidenziando così la sua rilevante importanza storica. La popolazione, successivamente colpita dalla peste del 1348, si rifugiò temporaneamente a Donigala, per poi riconfluire. Oggi, Siurgus Donigala continua a preservare con dedizione le sue radici, come evidenziato dalla festa degli scapoli, durante la quale si intreccia una gigantesca croce di pane, e dalla suggestiva processione dei ceri in onore di Santa Maria, l’8 settembre. La leggenda del nuraghe Erra aggiunge un tocco di mistero alla storia del borgo. Si narra che un tempo il nuraghe fosse abitato da una gigantesca e mostruosa “musca macedda“, una mosca macellaia temuta dai contadini. Raffigurata in forme sinistre e diaboliche, la mosca pare fosse dotata di potentissimi poteri malefici. La leggenda vuole che un contadino, intraprendendo un’avventura al nuraghe Erra, scoprì la vera identità della mosca riuscendo a sfuggirle, ostruendo l’ingresso con un masso. Da quel giorno, la “musca macedda” scomparve, ma la leggenda persiste, arricchendo il tessuto culturale di Siurgus Donigala. Ad aggiungere ulteriore fascino al paese sono Is Scruzzonis, enigmatiche maschere tradizionali, che raccontano antiche leggende popolari durante le sfilate del Carnevale. Il territorio circostante offre, inoltre, straordinari spettacoli naturali, tra cui il Lago Mulargia, un’oasi di serenità con acque azzurre e una flora e fauna uniche Siurgus Donigala, con i suoi circa 40 nuraghi, tra cui il maestoso Nuraxi, è una porta d’accesso ai laghi del bacino del Flumendosa, offrendo un connubio affascinante tra passato e presente che attende di essere scoperto.
Sette Chiese, Lumache Gourmet e Antichi Racconti a Gesico
Il mito fondativo di Gesico è legato alla leggenda de “Su Tzdrollu Iniaku“, un racconto tramandato dagli anziani di Gesico, che narra di un essere dalle fattezze umane, chiamato “su Tzdrollu“. Durante le notti estive, questo misterioso personaggio si divertiva tra le pendici del Monte Corona e la piana, facendo rotolare enormi massi per creare buche e crateri. Una notte, su Tzdrollu, senza un preciso scopo, spinse a valle una grande roccia. Sfortunatamente, sbagliò direzione, muovendola verso il centro abitato e causando la completa distruzione del villaggio, che contava circa 12.000 abitanti. La scena fu descritta come l’arrivo di una gigantesca luna piena dal cielo, che lasciò dietro di sé solo macerie, vittime e un colossale cratere che, dopo anni, si riempì d’acqua, creando acquitrini e paludi. La popolazione superstite abbandonò il luogo, dirigendosi verso il Monte Corona. Dopo migliaia di anni, tornarono a rifondare il villaggio, chiamandolo Gesico. La leggenda, concepita soprattutto per i bambini, narra che nelle calde notti gesichesi solo loro hanno il privilegio di avvistare su Tzdrollu Iniaku. Contrariamente alla sua fama, non si tratta di un essere malvagio, soprattutto nelle storie pensate per i più piccoli. Oggi, Gesico si rivela nella pittoresca valle del rio Mannu, ai piedi del maestoso monte San Mauro, ed è nota anche come il “paese delle sette chiese“. La storia di questo luogo si riflette nelle antiche mura e negli altari barocchi della chiesa di Santa Giusta, un capolavoro romanico pisano che custodisce un crocifisso in legno del XVI secolo con un raro Cristo nero, simbolo di profonda devozione. La processione in onore di San Mauro, patrono di Gesico, culmina invece al santuario campestre sulla cima del monte San Mauro, risalente al 1692, offrendo un’esperienza spirituale unica. Celebre anche per il suo tesoro gastronomico, Gesico è rinomato per le lumache, riconosciute come Prodotto Alimentare Tradizionale (PAT), e protagoniste della Sagra delle Lumache, evento gastronomico di spicco che si tiene il terzo sabato di ottobre. Queste delizie culinarie, insieme al su sitzigorru gesichese, insignito del titolo di Cibo Buono Italiano Certificato, sono un omaggio alla ricca tradizione gastronomica del borgo. Il territorio di Gesico è un vero paradiso naturalistico, mentre il monte San Mauro è riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (SIC), preservando un habitat unico di specie animali e vegetali. Un connubio di storia, tradizione culinaria e bellezze naturali, Gesico invita i visitatori a scoprire la sua ricca eredità durante la manifestazione di Saboris Antigus e non solo.
A Suelli tra storiche colline e i Miracoli di San Giorgio
Tra le morbide colline di Suelli, si dispiega davanti al visitatore un ricco patrimonio di storia e spiritualità. Qui, nell’XI secolo fiorì la diocesi di Barbaria con San Giorgio come primo vescovo, celebrato anche nel suggestivo Cammino di San Giorgio Vescovo di Suelli. L’architettura sacra, con la maestosa torre campanaria gotica e l’ex cattedrale di San Pietro apostolo, riflette la profonda radice della tradizione ecclesiastica. Il Santuario di San Giorgio Vescovo, gioiello dell’XI-XII secolo, custodisce una preziosa testimonianza di storia. Suelli è permeata di poesia e leggenda, e la Fonte di San Giorgio custodisce la storia di un autentico miracolo: nell’anno 1000, sgorgò infatti per volontà del santo durante una siccità. La leggenda, celebrata con un’incantevole statua di San Giorgio presso la fonte, si intreccia con l’atmosfera suggestiva delle stradine del centro storico. Qui, ogni angolo racconta la fierezza di un luogo simbolo di fede, immortalato nel murale del 2020 dall’artista Gisella Mura. Suelli è, inoltre, un viaggio tra storia e tradizioni culinarie autentiche. Con circa 1100 abitanti, il paese è ricco di riti popolari, cultura contadina e una gastronomia che si esprime nel delizioso Pani cun gerda, un PAT (Prodotto Alimentare Tradizionale) sardo arricchito con pezzetti di grasso di maiale. Il territorio custodisce anche una miriade di nuraghi, con il maestoso Nuraghe Piscu che risale al XV-XI secolo a.C., oggetto di recenti scavi e studi. Suelli è pronto a condividere le sue radici e sapori durante Saboris Antigus, offrendo ai visitatori un assaggio autentico di questa terra attraverso degustazioni e la vendita diretta dei prodotti locali a km zero.
La Trexenta di questi borghi è un viaggio senza tempo, da assaporare attraverso Saboris Antigus 2023 ma anche successivamente, dove la storia, la cultura e i sapori autentici della Sardegna si fondono in un’esperienza indimenticabile. Dietro ogni piatto c’è una storia e dietro ogni strada, una leggenda da svelare.
Immagine: © Ettore Cavalli