Febbraio 9, 2025

Questo mondiale è vinto dallo spirito marocchino

Nella conferenza stampa dell’ allenatore del Marocco  Walid Regragui, vi è quello che che , chi conosce veramente i marocchini, intesi come popolo sa bene. Sono gente pragmatica, in grado di metterci il cuore. Chi frequenta le famiglie marocchine sa una cosa, sono chiari e trasparenti. Il valore dell’amicizia è sincero . In un certo senso è quello che emerso dalla conferenza stampa dell’allenatore del Marocco, che prima della partita con la Francia, ha ammesso che sarà difiicile, ma che ci metterranno il cuore per vincere.
Rispondendo ad una domanda sulla questione se la sua formazione fosse stata influenzata dal fatto di venire dalla diaspora, dai quartieri difficili, lo abbia influenzato o meno, ha risposto come risponderebbero i tanti marocchini, con un sano pragmatismo. Infatti, ha riconosciuto come il fatto di essere nato e vissuto nei quartiere popolare di Corbeil-Essonnes lo abbia in qualche modo formato, ma questo non deve essere il motivo per la creazione di una narrazione.
Noi occidentali, siamo troppo influenzati da un falso buonismo, e cerchiamo la storia di “successo” del giovane dei quartiri popolari che si fa strada. Dimentichiamo una cosa importante, che l’allenatore Regragui ha sottolineato, non è questione di dove si nasce ma di merito, di competenze. Certo, nascere in quartieri difficile può fortificarti, però inistere su di una narrazione facile ma il vero obbiettivo è la vittoria. 
Anche in questo concetto, emerge un’altro aspetto del Marocco. L’allenatore ha parlato di una vittoria non solo del Marocco ma per l’intero mondo africano, sottolineando in modo particolare, il magreb. In questo passaggio ritorna un concetto molto caro al Re del Marocco. La “mano tesa” a tutti i fratelli e le sorelle del nord africa. E’ la tradizione di una Nazione che non ha mai mosso guerra a nessuno, che la propria indipendenza e unità nazionale è avvenuta senza sparare un colpo. 
In questo mondiale, vada come vada, vi è un vincitore morale: il Marocco o meglio la marocchinità. Il senso di accoglienza, di rispetto ( termine che preferisco a tolleranza) di apertura , di sentirsi a casa. 
In una recente conferenza presso un centro della comunità islamica guidata da un imam del Marocco, non ho provato la sensazione di essere un’estraneo ma essere fratello tra fratelli. 
Il Marocco è per certi versi simile, alle popolazioni dell’Europa Orientale, persone che ti aprono il cuore, la casa, dove trovi sempre un pasto ad attendere l’ospite. Il Marocco, insegna all’occidente vecchio, stanco e soprattuto che ha perso i valori dello spirito che una società diversa è possibile. Che è possibile essere nell’era post industriale, dei treni ad alta velocitò, dei mezzi di comunicazione di massa ma che questo è coinugabile con i valori dello spirito.
Forse per questo, comunque vada, le persone che credono nel dialogo e nella costruzione di ponti, e non di muri si ritrovano nel tiolo del “Jerusalem Post” . Si “siamo tutti marocchini” !

Marco Baratto

By Euromed

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