Scivolano verso il basso i prezzi del petrolio, dopo che il G20 finanziario ha lanciato l’allarme riguardo al possibile impatto del coronavirus sull’economia globale. Nel corso del vertice finanziario tenutosi a Riad, in Arabia Saudita, il Fondo monetario ha limato le stime di crescita mondiale dello 0,1%, avvertendo però su rischi potenzialmente crescenti.
Coronavirus e prezzo del petrolio
Le possibili forti ripercussioni sull’economia globale, e quindi sulla produzione e la domanda di greggio, hanno avuto un impatto forte sui prezzi del petrolio. Chi adotta tecniche trading intraday ha puntato contro l’oro nero, innescando i ribassi. Il Brent europeo ha perso il 4,6%, scendendo a 55,68 dollari al barile. Male anche il West Texas Intermediate americano, che ha perso il 4,72% scivolando a 50,73 dollari al barile. Ricordiamo che entrambi i futures sul petrolio greggio avevano chiuso al rialzo per la seconda settimana consecutiva venerdì, ma nel frattempo il mercato ha spazzato via oltre il 62% del suo recente rally.
Anche in Borsa, le compagnie petrolifere hanno aperto in profondo rosso. A Milano Eni segna un calo del 4,1%, Saipem fa addirittura peggio scendendo del 6,1%.
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Che guaio per l’OPEC
All’inizio del mese, sia l’OPEC che l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) avevano formulato delle previsioni sulla domanda di greggio, che evidenziavano un deciso calo. Tuttavia, quelle previsioni erano formulate sulla speranza che il virus si sarebbe diffuso solo in Cina, mentre adesso che si sta estendendo è probabile che occorreranno delle revisioni. Se l’OPEC aveva previsto una crescita della domanda di petrolio giornaliera per il 2020 di 990.000 barili al giorno (bpd), è probabile che in futuro ridurrà ulteriormente questa stima. Inoltre, l’AIE ha affermato che la domanda è destinata a calare di anno in anno nel primo trimestre per la prima volta dalle profondità della crisi finanziaria nel 2009.
Secondo Goldman Sachs i prezzi del petrolio e in generale delle materie prime potrebbero calare drasticamente prima che le misure di stimolo cinesi riescano quest’anno ad aiutare il settore a raggiungere un ritorno intorno al 10% stimato entro i prossimi 12 mesi.