Il prezzo del petrolio estende la serie di massimi e minimi decrescenti cominciata dal picco del mese di febbraio ($ 63,81) in vista della riunione dell'OPEC che ci sarà in settimana.
I tagli e il prezzo del petrolio
Nel corso di febbraio la produzione di petrolio è scesa per via di un taglio volontario da parte dell'Arabia Saudita, che si è aggiunto alle riduzioni concordate. Questo taglio extra è pari a 1 milione di barli al giorno.
Proprio questa mossa ha inciso in modo determinante sul bilancio di output di febbriao, tanto che alla fine della conta si è arrivati a un calo della offerta di petrolio dopo una serie di sette aumenti mensili consecutivi.
Gli arabi hanno in tal modo voluto affrontare i timori di una lenta ripresa della domanda. L'effetto finale è stato che rispetto ai tagli promessi, a febbraio si è raggiunto un risultato del 121%, meglio del previsto.
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Cosa farà l'OPEC
Adesso l'OPEC e i suoi alleati sono chiamati a decidere se confermare i tagli oppure no. Da una parte l'Arabia è favorevole a confermarli (anche perché presto finirà i suoi tagli aggiuntivi). Dall'altra però altra ci sono paesi come la Russia, che vorrebbero un incremento produttivo. Anche perché l'avanzata delle campagne vaccinali inducono a un certo ottimismo riguardo alla ripresa economica (e quindi alla domanda).
Il recente rialzo dei prezzi potrebbero perciò spingere l'OPEC+ ad aumentare la sua produzione di 500.000 barili al giorno, ritirando allo stesso tempo il taglio aggiuntivo alla produzione dell'Arabia Saudita.
Nel frattempo il petrolio oggi ha chiuso in calo a New York, dove le quotazioni perdono l'1,40% a 60,64 dollari al barile. L'Ichimoku segnali strategia fornisce un quadro incerto riguardo al futuro prossimo. Il petrolio europeo Brent hanno restituito i guadagni sopra il livello di $ 65.