È tornata a farsi molto alta la pressione sulla Lira turca, che sul mercato valutario è scivolata su nuovi minimi storici rispetto al dollaro degli Stati Uniti. La Lira ha aggiornato nuovamente il record negativo, dopo averlo già fatto diverse volte in tempi recenti.
Il crollo della Lira sul mercato valutario
Come si può vedere sulla piattaforma binaria Pocket Option (nuovo link), il cambio USD-TRY è salito fino a 18,86 nella giornata di lunedì, a causa del contemporaneo rinvigorirsi del dollaro e dei timori attorno alla Lira, provocati da una situazione politica interna molto incerta. A questo si aggiunge il drammatico evento del terremoto, con migliaia di vittime e il rischio di una seria paralisi economica.
Il quadro politico
Le preoccupazioni degli investitori sono sorte soprattutto in relazione agli eventi politici che accompagneranno il paese fino a maggio, quando ci saranno le nuove elezioni presidenziali.
La posizione di Erdogan, che guida il paese da circa due decenni, non è saldissima. Questo potrebbe indurlo a fare nuove pressioni sulla Banca Centrale per abbassare i tassi di interesse, così da stimolare l’economia e presentarsi al voto con qualche chance in più.
Le pressioni di Erdogan
Del resto, proprio questo schema di comportamento ha provocato la svalutazione pesante della lira sul mercato valutario.
Infatti nel recente passato il sultano della Turchia ha esercitato pressioni sulla Banca Centrale, affinché tagliasse il costo del denaro nonostante un inflazione galoppante (che era arrivata a superare l’80%). La banca lo ha assecondato, anche perché chi non lo ha fatto è stato licenziato, tagliando il costo del denaro di 1000 punti base da settembre 2021.
Tutto questo ha provocato lo sprofondo della Lira sul mercato valutario. La moneta nazionale infatti ha perso il 40% lo scorso anno (il suo indicatore ATR trading è schizzato alle stelle), ed ha cominciato anche questo 2023 all’insegna delle perdite (al momento ancora lievi).
Al tempo stesso il rendimento dei titoli di Stato è schizzato verso l’alto di quasi 100 punti base, giungendo sui massimi di due mesi.