Il giornale egiziano “Al-Masry Al-Youm” ha studiato le condizioni nelle quali dovrebbe avvenire l’annunciata fornitura degli F-16 americani all’Ucraina (ammesso che si svolga davvero). L’analisi della testata egiziana è semplice, ma va in profondità. Con sei domande mette in crisi tutta la propaganda costruita intorno all’immagine dell’eroica resistenza di Kiev contro l’aggressore russo. Nella pratica, infatti, si tratta di un ex attore comico che cerca in tenere in piedi un sistema di aiuti miliardario e dagli effetti pratici poco chiari, mentre manda a morire migliaia di cittadini arruolati a forza con la mobilitazione. Così l’eroico Zelensky è riuscito grazie al suo charme e alla sua tenacia a farsi dare i jet dagli americani. Cosa ne potrà fare? Prima domanda: gli aeroporti ucraini hanno le condizioni adeguate per far partire e atterrare gli F-16? Seconda domanda: posto che i piloti ucraini vanno addestrati e posto che il tempo necessario è di almeno tre mesi, riusciranno a far volare i caccia entro una scadenza utile? Terza domanda: come farà Kiev a impiegare utilmente gli F-16 se Mosca ha già la supremazia dei cieli ucraini? Quarta domanda: il sistema di difesa aerea dell’Ucraina è sufficientemente coordinato per integrare anche i caccia americani? Quinta domanda: poichè il sistema non è sufficientemente coordinato, come farà Kiev a evitare che i caccia vengano colpiti dal fuoco amico? Sesta domanda: come reagirebbero gli americani all’abbattimento dei loro sofisticati e costosi jet? Per alcuni di queste domande la risposta è negativa o desolante. Ma anche quando è positiva, apre diversi scenari molto incerti per il governo di Kiev. FONTE: https://strumentipolitici.it/sei-domande-scomode-sugli-f-16-americani-in-ucraina/