Dicembre 20, 2024

La Villa comunale di Napoli è uno dei giardini storici cittadini.

La villa comunale di Napoli è un vasto giardino piantato a lecci, pini, palme, eucalipti che si estende per oltre 1 Km tra piazza Vittoria e piazza della Repubblica, giardino che è fiancheggiato dalla Riviera di Chiaia e da Via Caracciolo.

La prima idea e fondazione della Villa Comunale di Napoli, risale al 1697, quando il vicerè duca di Medinacoeli fece piantare lungo la Riviera di Chiaia un doppio filare di alberi, che venne abbellito da tredici fontane.

Questa costruzione vicereale volle dare alla città di Napoli, una prima idea di passeggiata che dalla porta di Chiaia arrivava fino alla Crypta Neapolitana.

Ma la vera trasformazione di questa passeggiata, e della spiaggia lungo la riviera, avvenne per volere di Ferdinando IV di Borbone. Il sovrano tra il 1778 e il 1780 diede l’incarico a Carlo Vanvitelli, figlio del celebre Luigi Vanvitelli, di trasformare in parte la passeggiata, in un vero e proprio giardino urbano, molto in voga in quegli anni.

Carlo Vanvitelli prese esempio sia dai giardini francesi, sia dal Salon del paseo del Prado di Madrid creato dal re Carlo III in Spagna. Il Vanvitelli sviluppò diversi progetti e ricorse all’aiuto e ai consigli del botanico Felice Abbate, giardiniere reale. Lunghi viali paralleli abbelliti da statue e fontane, con un estensione senza una conclusione prospettica. Il disegno architettonico dava molta importanza e risalto alla vista del golfo di Napoli. All’ingresso principale, sul lato dell’attuale Piazza Vittoria, erano stati posizionati due casini simmetrici, che ospitavano caffè e botteghe di classe. Il giardino venne inaugurato l’11 luglio del 1781, sorvegliato da guardie, e con accesso consentito esclusivamente alle persone ben vestite.

Per volere di Giuseppe Bonaparte nei primi anni del XIX secolo la villa fu ingrandita e ridisegnata dagli architetti Stefano Gasse e Paolo Ambrosino. Incaricato per la scelta delle essenze arboree fu il tedesco Friedrich Dehnhardt, direttore dell’orto botanico. Nello stesso periodo si discuteva anche del rinnovamento della strada che affiancava il giardino, e si riaprì il dibattito sulla Villa e la creazione di una nuova strada. Le discussioni portarono alla creazione di Via Caracciolo, iniziata nel 1872 e terminata nel 1883, secondo il progetto di Alvino. Ma il giardino, con il prolungamento della strada, perse uno degli elementi che lo contraddistingueva, ossia il rapporto esclusivo con il mare.

Nel 1872 si iniziò la costruzione della Stazione Zoologica Anton Dohrn, l’acquario di Napoli più famoso ed antico d’Europa. Il naturalista seguace di Darwin, volle creare un centro che ancora oggi è luogo di eccellenza che cura e analizza gli animali che provengono tutti dal golfo di Napoli. Anni dopo iniziarono anche i lavori per la realizzazione della cassa Armonica.

Nel 1900 la parte occidentale della villa venne utilizzata per l’allestimento di padiglioni provvisori per l’esposizione Nazionale dell’Igiene, caratterizzati da uno stile eclettico con molti richiami allo stile liberty.

Nel 1924, fu eseguita in prima assoluta la Turandot per banda di Giacomo Puccini.

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