Aprile 24, 2025

La situazione delle comunità ebraiche in Algeria e Marocco durante la Shoah : considerazioni in occasione di una mostra parigina

In questi giorni si svolgono un evento che è molto  interessante , che merita di essere sottolineato. L ‘ esposizione a Parigi sui “Musulmani ed ebrei in Francia” . La mostra , come viene presentata , parte dalla considerazione che  “La Francia è oggi il Paese con le comunità ebraiche e musulmane più numerose d’Europa. Molti di loro provengono dai Paesi del Maghreb, in particolare dall’Algeria. In quest’ottica, il Museo di Storia dell’Immigrazione analizza il rapporto che ebrei e musulmani di queste regioni hanno tra loro e con la Francia, protagonista della loro storia fin dal XIX secolo. Seguendo una cronologia che parte dal 1830, data della conquista dell’Algeria, la mostra prosegue fino ad oggi con l’inevitabile questione del conflitto israelo-palestinese che, per molti, purtroppo, oscura i secoli di storia e cultura condivisa. Attraverso un’ampia varietà di documenti (archivi, dipinti, incisioni, fotografie, oggetti, testimonianze…), la mostra insiste sulla storia e sull’impatto del famoso decreto Crémieux del 1870, che permise agli ebrei autoctoni dell’Algeria di diventare francesi senza passare per la naturalizzazione individuale. Spesso presentato come un favore agli ebrei, questo decreto era ben lungi dal riscuotere consenso anche all’interno della comunità ebraica algerina, il cui parere non era stato richiesto. È anche comprensibile che sia stato percepito come un fattore di disuguaglianza nei confronti dei musulmani che ne erano esclusi, nascondendo al contempo le conseguenze per gli stessi ebrei, che furono poi sottoposti al servizio militare e subirono il deterioramento delle relazioni con i loro vicini musulmani. L’evocazione del decreto Crémieux mette in evidenza le differenze tra nazionalità e cittadinanza, la prima non offre i diritti che derivano dalla seconda. Al di là di questo importante testo, le differenze di status giuridico tra ebrei e musulmani attuate dalla Francia in Algeria nel XIX secolo hanno avuto un impatto duraturo sulle relazioni tra le due comunità, contribuendo al loro deterioramento (…) Inoltre, vi erano differenze in termini di istruzione, poiché gli ebrei beneficiavano dell’istruzione istituita dall’Alliance Israélite Universelle, fondata nel 1860 a Parigi da ebrei francesi convinti della superiorità della cultura francese. Poiché i musulmani non hanno beneficiato dello stesso tipo di struttura, il loro livello di istruzione è diminuito in larga misura, al punto che il livello di analfabetismo era più alto alla fine della colonizzazione che all’inizio. La mostra permette di rendersi conto di quanto ebrei e musulmani siano stati vittime, anche se in modo diverso, della politica coloniale francese. Se da un lato evidenzia le loro differenze, dall’altro mostra le fondamentali somiglianze culturali di questi fratelli-nemici, soprattutto quando erano uniti nei combattimenti della Grande Guerra: ebrei e musulmani avevano segni speciali sulle loro ciotole di cibo per assicurarsi che non venisse servita loro carne di maiale, al fine di rispettare il loro comune divieto alimentare.

La mostra riprende in parte le grandi esposizioni organizzate di recente dall’Istituto del Mondo Arabo, l’ultima delle quali è stata dedicata agli ebrei d’Oriente”
Anche negli anni della Shoah la situazione degli ebrei fu differente sia in Algeria sia , ad esempio in Marocco.

Nel giugno del 1940, quando i francesi, vennero invasi dalla Germania nazista, i territori del Maghreb caddero sotto l’amministrazione della cosiddetta Francia «non occupata», ossia di quella parte di territorio metropolitano che il vecchio maresciallo Pétain aveva creato, sotto la tutela nazista, uno Stato collaborazionista e reazionario. Accadde allora che alle popolose minoranze dell’ebraismo sefardita, residenti da secoli nel Maghreb, vennero via via applicate, a partire dall’autunno del 1940, le misure vessatorie che il regime di Vichy

In Algeria, . ebrei algerini, fu tolta, dopo settant’anni, la cittadinanza francese ottenuta in virtù del decreto Crémieux del 24 ottobre 1870. E il fatto che i loro diritti politici fossero tornati a essere quelli degli «indigeni musulmani algerini» costituì soltanto una prima diminuito, cui ne tennero dietro altre che li privarono dei diritti alla proprietà, all’istruzione scolastica, all’esercizio delle professioni, di movimento.

Anche in Marocco, il governatore francese tentò varie volte di introdurre norme anti ebraiche, ma la tenacia di S. M Mohamed V fu tale che di fatto vanificò le norme del governo di Vichy, basti ricordare l’opposizione del sovrano a consegnare al governatore del governo del Maresciallo Petain l’elenco dei cittadini marocchini di religione israelita, sostendo che in Marocco non esistevano “esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini”. Nel 1941 fa presenziare alla festa in onore della sua salita al Trono le massime autorità della comunità ebraica del Regno , un gesto di sfida e di coraggio , per riaffermare sia l’eguaglianza della comunità ebraica marocchina all’interno della Nazione.

Sono due aspetti di una tragedia poco nota in Europa che meriterebbe un maggior approfondimento. Magari chiedendo di ospitare la mostra presso il Museo della Shoah di Milano.

Marco Baratto

By Euromed

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