Lo Washington Post e altri media mainstream hanno raccolte le testimonianze sul campo rilasciate dall’esercito ucraino a proposito del sistema di fornitura degli armamenti. Visto che la controffensiva non ha avuto successo e ora l’onda sembra persino potersi ribaltare, emergono i problemi tenuti finora il più possibile nascosti. Primo fra tutti è costituito dai difetti delle munizioni che vengono fornite agli ucraini. Gli artiglieri di Kiev riferiscono infatti di aver ricevuto persino dei lotti interi di cartucce difettose o comunque di qualità più basso di quanto si aspettavano. E in prima linea un livello qualitativo inferiore al previsto può fare la differenza fra la vita e la morte, fra la vittoria e la sconfitta. Ma sono le carenze a preoccupare di più: ad esempio, quelli della 47esima Brigata meccanizzata dicono di aver ottenuto appena un decimo di quello che gli veniva passato la scorsa estate. Nella 148esima Brigata di artiglieria, che utilizza gli obici NATO da 155 mm, dicono di essere stati costretti a limitarsi a 10 o 20 colpi al giorno, contro la precedente media di 50 che poteva arrivare addirittura a 90 spari. Altre unità parlano di una riduzione dell’80% o anche del 90%. È evidente che numeri del genere non permettono alcun avanzamento o sfondamento delle linee nemiche, anzi espongono l’artiglieria a un rischio costante di eliminazione. I soldati ucraini lamentano di non poter vincere solo con la forza della convinzione, ma servono armamenti e munizioni. C’è poi il fattore stanchezza che pesa sugli uomini al fronte, data la quasi impossibilità di sostituirli e farli riposare. Occorre una nuova ondata di mobilitazione, che il governo di Kiev non osa mettere in atto perché potrebbe non funzionare o avere conseguenze politiche fatali per la sua sopravvivenza. Fonte: https://strumentipolitici.it/artiglieri-ucraini-rivelano-difetti-e-carenze-fino-all80-nelle-munizioni-fornite-dai-paesi-nato-la-denuncia-del-washington-post/