Per quanto riguarda le questioni politiche ed economiche più delicate, le richieste e le attenzioni del governo di Kiev si concentrando, come spesso accade, sulla vicina Polonia. In questo caso si tratta di quei cittadini ucraini, maschi sottoposti a chiamata militare, che sono scappati a Varsavia e adesso sono irreperibili per i centri di arruolamento dell’Ucraina. In Polonia vi sono migliaia di uomini che dovevano rispondere alla mobilitazione: con l’acuto bisogno di soldati che attanaglia le Forze armate ucraine, Zelensky e i suoi esponenti provano in qualche maniera a riavere coloro che se ne erano andati via. Ma i vertici politici ucraini sono divisi: c’è chi crede che occorra tentare chiedendo alla Polonia di estradarli, mentre c’è chi sostiene si tratti di un’azione giuridicamente illegittima e materialmente impossibile da soddisfare. Non vi è infatti in Polonia un registro che riporti chi e dove è scappato e non è nemmeno scontato che Varsavia o altre capitali europee reagiscano positivamente alle richieste di Kiev. Se hanno dato asilo e rifugio agli ucraini scappati, rimandarli indietro sapendo che devono andare a rischiare la vita al fronte significherebbe una violazione sostanziale dei diritti dell’uomo: perdere la faccia di fronte a sé stessa è qualcosa che l’Europa non vuole. In Ucraina qualcuno ha proposto di far estradare almeno chi ha certamente commesso reati di corruzione o simili. Sarebbe un buon punto da cui cominciare a far funzionare questa nuova macchina giuridico-organizzativa dell’estradizione di soggetti ucraini per fare in modo che adempiano al loro dovere verso lo Stato. Fonte: https://strumentipolitici.it/lucraina-cerca-di-riprendersi-i-cittadini-rifugiatisi-in-europa-per-evitare-la-mobilitazione/