I numeri riguardanti il primo semestre del 2024 hanno evidenziato le difficoltà che stanno vivendo le imprese automobilistiche, tanto europee quanto statunitensi. Molte case produttrici hanno infatti registrato risultati deludenti che si sono ripercossi sull’andamento in borsa dei rispettivi titoli.
I motivi della frenata delle imprese automobilistiche
Nel corso di questo 2024 le vendite hanno segnato il passo, più di quanto le imprese automobilistiche si aspettassero. Inoltre è aumentata la concorrenza, soprattutto da parte dalle case cinesi. Queste ultime hanno rosicchiato quote di mercato sia in Cina che in Europa (qui si aprirebbe il discorso relativo alla presunta concorrenza sleale e all’ipotesi di una battaglia dei dazi sul mercato delle auto).
I casi Stellantis e Ford
Se vediamo Stellantis, che è il quarto produttore mondiale, balza all’occhio la differenza tra i profitti record realizzati sin dalla sua fondazione nel 2021 e l’utile registrato nel primo semestre di quest’anno che si è dimezzato. Anche se l’impresa automobilistica ritiene che la seconda parte del 2024 sarà molto migliore, in borsa l’ultima trimestrale ha provocato un calo di oltre l’11% giovedì 25 luglio a Piazza Affari (dati Quotex broker).
Non è andata affatto meglio all’americana Ford, che dovrebbe accusare una perdita annuale compresa fra i cinque ed i 5,5 miliardi di dollari, a causa soprattutto del crollo delle vendite dei veicoli elettrici. Stesso discorso per l’americana Tesla, il cui utile è crollato del 45% a causa dei prezzi bassi e della crescente concorrenza che sul mercato dei veicoli elettrici sta avvenendo.
L’elenco delle imprese automobilistiche che hanno sofferto comprende anche Porsche, Nissan e Mitsubishi.
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Le poche oasi felici
Sul versante opposto ci sono poche imprese automobilistiche che hanno potuto festeggiare un 2024 tutto sommato positivo. General Motors ha potuto sfruttare la crescita dei suoi pick up. Renault ha registrato una redditività da record grazie a vendite che marciano ancora forte. Volvo ha avuto un incremento degli ultimi letto nel secondo trimestre grazie all’incremento dei volumi, specialmente quelli dei vicoli elettrici.