Nella più totale indifferenza da parte dei mezzi di comunicazione di massa, e della stampa occidentale , nessuno si sta accorgendo che il fronte della guerrra tra Russia ed Ucraina si sta allargando. E’ un movimento silenzioso ma pericoloso. Il teatro di questo allargamento del conflitto è il Nord Africa ed Il Sahel . I popoli africani stanno per rimpiombare nel gioco contrapposto delle potenze. In una nota rilasciata da “Military Africa” si legge che ”
La presenza di droni iraniani alle frontiere del Marocco è una seria preoccupazione per il Paese. preoccupazione in quanto i veicoli aerei senza pilota possono essere utilizzati per la sorveglianza ricognizione e persino per operazioni militari. I droni sono in grado di sorveglianza di vaste aree del territorio marocchino, dando al governo iraniano la possibilità di di avere un’idea dell’attività e dei movimenti del Regno. Inoltre, i droni potrebbero essere utilizzati per fornire informazioni alle forze armate marocchine sulle posizioni del ìli agli attacchi aerei e ad altre forme di aggressione.Con la crescente diffusione dei droni iraniani nella regione, il Marocco rischia di aumentare il rischio di attacchi, rendendo questo problema urgente da affrontare.
problema urgente che deve essere affrontato”
Inoltre, il Presidente Abdelmadjid TEBBOUNE effettuerà il prossimo maggio a Parigi e a Mosca, durante le quali l’Algeria si presenterà come un Paese non allineato e che si posiziona in modo equidistante tra i belligeranti internazionali. Ora, la decisione di essere ammessa nella allenza economica che vede anche la stessa federazione Russa (BRICS) oltre alle sopra ricordate esertitazioni miitari congiunte sul proprio suolo, mette questa indipendenza politica non sostenibile.
La storia dell’Algeria è una storia di conquista della libertà, un cammino di indipendenza lungo e non privo di dolore per il popolo algerino. Per questo, accettare, in questo contesto di ospitare delle esercitazioni militari con la Federezione Russa, appare a molti come un salto indietro nella storia. Un ritorno alla “guerra fredda”, alle guerre per procura che le superpotenze Usa e Urss facevano sul suolo africano, provocando lutti, dolore e miseria al continete africano.
Gli africani erano le pedine di un gioco più grande, che veniva fatto sulla loro pelle. Ma l’Africa del XXI secolo merita ancora tutto questo? credo di no. Per questo che sarebbe meglio declinare l’offerta di esercitazioni sul suolo algerino ed impegnarsi in uno sforzo comune per la Pace. L’Africa non sia pedina di nessuno, sia protagonista del proprio futuro. Per fare questo bisogna avere il coraggio, il coraggio della rivoluzione algerina, di dire no ad ogni nuove forme di colonialismo ed essere protagonista unita degli assetti geopolitici.
L’Europa.
Il movimento pacifista non può stare in silenzio davanti al continuo innalzamento della tensione in Africa. Non possiamo dimenticare che l’istabilità dell’Africa sia del Nord sia di quella sub sharaina provocherebbe migrazioni di massa che si riversebbero, inevitabilmente sull’Europa . L’Europa fermi ogni azione di destabilizzazione dell’Africa, chiedendo, in modo particolare all’Algeria, di non destinare gli alti guadagni che provengono dalla vendita di idrocarburi alla propria popolazione non all’acqusito di armi.
Marco Baratto