Settembre 10, 2024

‘Il bello, la musica e il potere’ di Cresti e Giordi, un saggio edito da Edizioni Mariù che fa riflettere su quanto prevalga la cultura dell’abbruttimento in ogni campo attualmente

Il libro scritto a quattro mani da Antonello Cresti e Roberto Michelangelo Giordi si intitola “Il bello, la musica e il potere”, è stato edito a luglio 2023 dalla casa editrice Edizioni Mariù ed inserito all’interno della collana denominata Agathos.

Il mercato dell’abbruttimento

“Il nostro tempo vive la crisi del dispiegamento: le forme si sono del tutto svuotate” e ciò che le ha svuotate sono gli interessi del mercato che hanno portato a un abbrutimento, “essere dei bruti significa essere individui senza alcuna idea di bellezza” Questi alcuni degli argomenti affrontati nel libro di Cresti e Giordi, il quale attraverso un dialogo appassionate tra i due presenta argomentazioni di ampio respiro che ben strizzano l’occhio allo spaccato sociale in cui viviamo.

La musica è linfa vitale

Entrambi gli autori, avendo conoscenze musicali, nel testo, tra le varie cose, affrontano tematiche riguardanti il mondo della musica. Essi hanno infatti eviscerato il concetto di musica popolare e musica accademica. La loro è un’attenta analisi, capace di affrontare le piccolezze del mondo musicale, arrivando al concetto fondamentale di logica consumistica. La musica raccontata dai due autori sembra aver perso bellezza, e sembra avere un senso solo se riempie i palazzetti, se vende milioni di dischi, e se agita le masse. L’artista raccontato da Cresti e Giordi, è uno che sembra seguire la scia dei poeti maledetti, senza averne la minima conoscenza: una brutta copia di una società affascinante, che niente ha a che fare con la volgarità odierna.

La censura è affascinante

La censura è protagonista di un affascinante discorso che i due autori mettono in piedi. Secondo questi ultimi oggi è tutto in rete. Di fatto, l’artista, ha lo stesso valore di chi mettendosi dinanzi ad una telecamera da smartphone mostra la sua vita. La cultura e la musica, secondo lo spaccato sociale raccontato dal testo, hanno perso valore, poiché è nelle mani del mercato. Il passaggio tra stato e mercato diviene quindi di grande importanza, presentando un mondo dove il controllo dello stato aggiungeva valore all’opera d’arte tutelandone le fattezze e l’unicità. I due autori regalano al lettore una discussione eccelsa sulla televisione di una volta. Grandi nomi come Dario Fo, Pasolini, Rino Gaetano, entravano nelle case degli italiani, educandoli in qualche maniera al concetto di bellezza. Da qui una riflessione appassionante sui cambiamenti televisivi che ha investito soprattutto la rete Rai. Se negli anni 60/70 la tv, raccontano gli autori, sembrava assolvere un ruolo educativo, oggi è mera pubblicità, passaggio di facce riconoscibili, musica controllata senza passione, un hummus dove l’amore per l’arte sembra venir meno in ogni sua molecola.

Molti gli argomenti affrontati nel testo di Cresti e Giordi: l’approdo dell’intelligenza artificiale, l’abbruttimento sociale, il dispotismo dei mezzi di informazione e molto altro, in un saggio che non ha rivali.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *