Un disturbo visivo può spesso celare ben più di un semplice fastidio passeggero o un’alterazione dei gradi oculari, alcune delle nuove patologie emergenti all’apparato visivo sono infatti responsabili di un lento e progressivo di alcuni elementi propri della struttura del bulbo oculare sviluppando complicazioni di varia natura: queste ed altre nozioni di seguito illustrate sono alla base della risposta di una delle domande più importanti degli ultimi tempi, ovvero che cosa è il cheratocono.
Sebbene sia poco nota in termini comuni, la seguente sindrome rappresenta un progressivo stato alterativo dello strato corneo dando vita a difficoltà visive causa della ridotta capacità refrattaria della luce da parte dello stesso, con conseguente mutamento anche della forma la quale perde il connotato sferico rendendo ancor più complessa la lettura delle immagini e, in molti casi, genera persino opacità a causa dello sviluppo di cicatrici corneali responsabili della mancanza di trasparenza.
La seguente definizione però risponde solo in parte al quesito su che cosa è il cheratocono, nella fattispecie l’elemento più interessante da prendere in considerazione riguarda l’etiopatogenesi attualmente sconosciuta ma in dirittura d’arrivo rispetto l’individuazione di alcune cause e con-cause primarie: tra questi spicca sicuramente la familiarità genetica, un condizione di trasmissione ereditaria che potrebbe pesare per circa il 15%, insieme a tutta una serie di condizioni cliniche oculari più o meno comuni come la presenza di retinite pigmentosa, cheratocongiuntivite primaverile, retinopatia del premature oppure malattie sistemiche come l’osteogenesi imperfetta e la sindrome di Ehlers-Danlos.
Il fenomeno degenerativo della cornea, spesso associato ai quadri appena esposti, parrebbe esser generato da un disequilibrio dell’attività enzimatica all’interno della cornea al punto da renderla maggiormente vulnerabile all’effetto dei radicali liberi e conseguentemente al processo ossidativo in senso generico. E’ quindi possibile rispondere alla domanda su che cosa è il cheratocono illustrando come tali processi vadano a distruggere i legami specifiche tra le fibre del collagene nello stroma corneo avviando in tal modo il decadimento tissutale proprio della perdita di forma e dell’erosione di spessore al centro del fenomeno alterativo che questa patologia manifesta sui soggetti che ne sono affetti.
La sintomatologia, non a caso, non risulta esser profondamente marcata e ciò rende ancor più complessa l’individuazione di segnali evidenti che possano indirizzare i soggetti presumibilmente affetti verso una visita specialistica ed una diagnosi precoce, la prevenzione è infatti e troppo spesso difficile da attuare visti gli scarsi segnali rendendo quasi proibitivo uno screening a campione sulla popolazione. E’ ben più efficace invece la consapevolezza delle persone, prestando attenzione ai cambiamenti seppur minimi manifestati dalla proprio vista nel corso del tempo, sottoponendosi così ad una screening periodico capace di poter confermare o meno la presenza del cheratocono in modo tempestivo.
La possibilità di formulare una diagnosi precoce è infatti fondamentale per poter giungere per tempo alla definizione di un piano di cura sulla base dei trattamenti attualmente accessibili, all’interno di un portfolio terapeutico ricco di possibilità sia contenitive che risolutive ed in costante evoluzione di pari passo alla ricerca scientifica allo scopo di migliorare anche gli outcome clinici.