A distanza di dieci anni dalla morte del Papa polacco, il racconto della sua vita offre ancora una moltitudine di particolari storici inediti: dall’attentato del 1981 al caso Pinochet. Li ha raccontati Antonio Preziosi alla presentazione a Roma del libro “Immortale. Da Lolek a San Giovanni Paolo II, la grande storia di un uomo venuto da lontano”, libro dal quale la mostra allestita a Torino trae ispirazione.
Al risveglio dall’anestesia dopo l’intervento chirurgico, Wojtyla commentò «mi hanno fatto come a Bachelet…», intendendo probabilmente di esser stato vittima di un attentato come il suo amico professore o che la matrice dell’attentato fosse un gruppo terroristico. Questo e molti altri i dettagli storici inediti raccolti da Antonio Preziosi nel libro “Immortale. Da Lolek a San Giovanni Paolo II, la grande storia di un uomo venuto da lontano”, presentato pochi giorni fa nella Sala delle Bandiere della Rappresentanza italiana del Parlamento Europeo a Roma.
Sono intervenuti alla presentazione del libro la cui prefazione è stata curata dal cardinale Stanislao Dziwisz, Monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio della Nuova evangelizzazione e allora cappellano di Montecitorio, e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Monsignor Fisichella ha raccontato che Giovanni Paolo II scrisse una lettera da consegnare tramite un politico italiano all’allora presidente della Convenzione europea Valery Giscard d’Estaing, per chiedere il riferimento alle radici giudaico-cristiane nella Costituzione europea. Ma lo stesso Giscard D’Estaing rifiutò la consegna della lettera rispondendo che “se la poteva tenere in tasca”. “Disse che ‘altri’ non avevano voluto accettare quel riferimento ma da mie fonti – ha sottolineato il monsignore – so che lui stesso non volle”.
Entrando come primo Papa nella storia nella Sinagoga di Roma nel 1986 “ha avuto -racconta invece Di Segni- l’intuizione geniale di trasformare una teologia in gesti concreti. L’intuizione è stata quella di dimostrare con un gesto clamoroso che certe barriere andavano abbattute, è stato un gesto che ha dimostrato che nei posti ci si va, non solo si studia e se ne parla. Questa è stata una grande rivoluzione“.
Ma le rivoluzioni messe in atto da Papa Giovanni Paolo II sono state tante, le racconta Antonio Preziosi grazie a un certosino lavoro di acquisizione di notizie e documentazione sulla incredibile vita del Papa polacco, tra fatti, luoghi e testimoni storici. Il frutto di queste ricerche ha dato luogo a un libro -molto più vicino a un romanzo che a una biografia- e a una mostra, inaugurata il 27 maggio all’Archivio di Stato a Torino dall’Arcivescovo mons. Nosiglia con il sindaco Fassino, con Antonio Preziosi e il curatore Fabio di Gioia.
Fonte: Repubblica