Una diagnosi di infertilità può mettere a dura prova la donna, l’uomo e la coppia. La dottoressa Zucchetta, Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita di Biogenesi, centro di medicina della riproduzione convenzionato con il SSN presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato, fornisce 8 raccomandazioni pratiche per un supporto psicologico efficace
“Una coppia infertile è una coppia che soffre.” spiega la dottoressa Zucchetta, Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita di Biogenesi, centro di medicina della riproduzione convenzionato con il SSN presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato. “Ai sentimenti di tristezza e frustrazione, generati dal mancato concepimento, si affianca la difficoltà di sostenere uno sforzo ulteriore, necessario, per cercare di realizzare la genitorialità: rivolgersi a un Centro specialistico, affrontare numerosi accertamenti e percorsi mirati. È un grande cambiamento, dal momento che tutti consideriamo il concepimento, come qualcosa di naturale e spontaneo. È fondamentale dunque considerare l’impatto emotivo, nel modo corretto, senza timore di chiedere un aiuto qualificato, che garantisca informazione, orientamento e strategie utili a gestire tutti i risvolti psicologici”. Conclude la dottoressa Zucchetta.
Vediamo di seguito le 8 raccomandazioni della dottoressa Zucchetta per le coppie che, a fronte di una diagnosi di infertilità, hanno deciso di affrontare dei trattamenti specifici.
- Non avere timore di condividere le proprie emozioni in merito all’infertilità
Intraprendere un percorso medicalizzato ha certamente un forte impatto dal punto di vista psicologico: vi è lo sforzo iniziale di comprensione del linguaggio scientifico, l’impiego di tempo ed energie per affrontare i vari esami e la consapevolezza che la Procreazione Medicalmente Assistita non può garantire un esito positivo. È quindi molto importante, fin dall’inizio e durante tutto il percorso, non avere timore di chiedere supporto dal punto di vista psicologico. Un buon stato di salute, anche emotiva, è una premessa indispensabile per il successo di qualsiasi genere di trattamento.
- Parlare senza remore con il proprio ginecologo o lo staff del Centro di Medicina della Riproduzione, del proprio stile di vita
Può accadere che per pudore, o perché non si ritiene sia veramente importante, i pazienti non illustrino a pieno il loro stile di vita, senza sapere che spesso dei piccoli accorgimenti nelle abitudini quotidiane potrebbero incrementare la loro possibilità di diventare genitori. È importante, quindi, illustrare apertamente quali sono le proprie abitudini alimentari, se si pratica sport, se si consumano alcol e caffeina e se si sta vivendo un periodo di particolare stress, che potrebbe influire sulle possibilità di concepire. Lo staff medico saprà fornire informazioni corrette e il supporto adeguato, per creare le condizioni migliori, al fine di risolvere il problema di infertilità.
- Chiedere informazioni scritte sui trattamenti per l’infertilità
Diversi studi dimostrano che ricevere informazioni preparatorie, dettagliate e su supporto scritto, in merito ai trattamenti che si dovranno affrontare, riduce stress, ansia e facilita l’accettazione degli stessi. Il materiale scritto permette infatti un tempo maggiore di elaborazione, l’occasione di un ulteriore confronto nella coppia e dunque una decisione più consapevole.
- Partecipare alle decisioni
È importante che la coppia venga messa al corrente del percorso che dovrà affrontare. È necessario che l’équipe illustri le diverse opzioni, chiarisca e rassicuri su possibili dubbi e risponda ai quesiti, affinché la coppia possa trovare le risorse interiori e scegliere in piena consapevolezza.
- Coinvolgere il partner durante tutto il percorso
Il dialogo e la sintonia nella coppia sono elementi fondamentali di tutto il percorso. Comprendere la variabilità dei vissuti di uomo e donna, sforzarsi insieme di approfondire la strada intrapresa e assumere responsabilmente il proprio ruolo, maschile e femminile, fanno la differenza. Non vi devono neppure essere timori di giudizio da parte del o della partner, per essere il “soggetto infertile” della coppia. Nell’infertilità non ci sono colpe, come non ci sono meriti di avere dei buoni esami.
- Essere consapevoli che uomini e donne affrontano l’infertilità in modo diverso
Numerosi studi hanno dimostrato quanto sia diverso l’approccio di uomini e donne ai problemi di infertilità. Prima di eventuali trattamenti, le donne mostrano livelli elevati di stress e talvolta di depressione. Questo è comprensibile per l’investimento fisico ed emotivo di una ricerca che vede la donna in prima linea, già nella fase di ricerca spontanea della gravidanza, con la gestione mensile dei rapporti mirati e l’intercettazione di piccoli cambiamenti corporei, sperando in una gravidanza. Gli uomini, invece, soffrono e assistono, spesso con senso di impotenza, alle reazioni emotive della propria partner. Mostrano ottimismo e fiducia come strategia di sostegno, spesso frainteso dalla donna come approccio superficiale o disinteressato. Anche in un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita si osservano vissuti differenti e ciascun partner ha un suo ruolo fondamentale, che va spiegato alla coppia.
- Sapere in anticipo che si proveranno emozioni diverse è importante
La coppia, di norma, prima di intraprendere un trattamento di Procreazione Medicalmente Assistita è piena di aspettative. Allo stesso tempo, resta consapevole e teme l’esito incerto, con la necessità di proteggersi. Si crea così un’alternanza di emozioni. A questo si aggiungono momenti di maggiore stress legati all’operatività del percorso che ha un ritmo intenso e puntuale, nei primi giorni, e successivamente, viceversa, ha una sorta di stasi, in attesa dell’esito. Il risultato infine è un momento di grande impatto e nel caso non fosse positivo, richiede un tempo di elaborazione. È fondamentale quindi informare le coppie. Questi vissuti sono normali, rappresentano i risvolti emotivi inevitabili di un percorso che non è solamente una tecnica, ma, per la coppia, innanzitutto un’esperienza di vita.
- Non sentirsi in dovere di raccontare tutto a tutti
La ricerca di un figlio fa parte della vita privata di una coppia. Il fatto però di aver intrapreso un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita certamente impone una riflessione su come inserirla fra i vari impegni quotidiani. La vita andrà avanti normalmente e sarà necessario assentarsi dal lavoro, richiedere dei permessi, a volte anche rispondere alle domande interessate dei colleghi, che osserveranno un cambiamento. La gestione del percorso è per molti una fonte di preoccupazione e per questo la coppia deve prendersi tutto il tempo per valutare il proprio contesto e definire come meglio muoversi. La donna sappia che non è tenuta a raccontare i motivi delle sue assenze e che, in ogni caso, ha il diritto di affrontare il proprio percorso di cura, come per qualsiasi altro ambito della propria salute.
Lo stesso discorso vale per la sfera privata: comunicare ai familiari o ad amici il percorso intrapreso, non è certo “un dovere di cronaca”, ma il bisogno, condiviso fra i partner, di ricevere supporto e affetto, in un momento molto delicato della propria vita.