Zelensky aveva visto la sua popolarità cadere ai minimi già nel 2021, quando uscirono fuori gli scandali legati ai Pandora Papers e le sue nomine politiche avevano scontentato molti. Poi con la guerra è riuscito a crearsi un’immagine da supereroe, soprattutto all’estero. Questa nuova fama sta però svanendo man mano che l’esercito ucraino perde terreno e non riesce a prepararsi alla controffensiva. Tale azione è stata ampiamente pubblicizzata e annunciata già da alcuni mesi. Definita “controffensiva di primavera”, rischia di diventare “estiva” o persino “autunnale”, se a Kiev non si sbrigano. E sullo sfondo degli afflussi di armi e denari, la sconfitta terribile di Bakhmut pesa il doppio sulla reputazione dei vertici ucraini e sul morale dei soldati. Alcuni di questi, infatti, cominciano a rifiutare di eseguire gli ordini o di andare all’attacco, e non vengono nemmeno ufficialmente puniti. L’episodio mai del tutto chiarito del 4 maggio, con il drone militare ucraino che ha scorazzato sui cieli della capitale fino quasi a raggiungere il palazzo di Zelensky, ha lasciato trascichi nei vertici ucraini. Il generale Zaluzhny non ha più dato notizia di sé proprio poco dopo quel fatto. È stato detto che è rimasto gravemente ferito e poi trasportato in ospedale, altri dicono che è morto. Le smentite di Kiev non convincono. Alcuni politici iniziano apertamente ad accusare Zelensky di mandare i soldati al macello e di accentrare troppo potere in troppo poche mani, le sue e quelle dei suoi uomini. Il think tank americano Wilson Center dice che dopo la controffensiva (se si farà), i cittadini vorranno delle risposte ai problemi sociali ed economici del Paese, invece di sentirsi ripetere che la vittoria totale arriverà presto. Fonte: https://strumentipolitici.it/sparizioni-accuse-e-ammutinamenti-il-consenso-degli-ucraini-per-zelensky-si-sta-sfaldando/