Dicembre 20, 2024

Io sono nato in una famiglia religiosa e sono diventato laico,
anche senza riuscire a terminare questo percorso. Mi restano infatti
delle tracce incancellabili di credenza, magari in forma di
superstizione. Comunque, i miei obiettivi sono quelli di curare la
mia famiglia, di educare dei figli e poi di realizzare una ricerca di
scrittura della sofferenza.
I tanti, troppi sono gli uomini che continuano ad arrivare al
termine della loro vita con la sensazione di avere solo accumulato
vento.
Siamo caduti nella trappola di chi ci ha messo gli uni contro.
L’essenziale è condividere i luoghi comuni della società dello
spettacolo che cela la mercificazione di tutto, specie dei sentimenti.
È facile e costa pochissimo stare dalla parte dei buoni, dei
benintenzionati, di quelli che sono d’accordo con la corrente,
chiamata pomposamente buonsenso. Basta assistere ad una
riunione di condominio, oppure osservare un gruppo di persone
all’arrivo del tram o del treno, per verificare miseri egoismi,
meschinità, arroganza e soprattutto una competitività esasperata,
aggravata dalla futilità della posta in palio.
Vivere “Sospesi”
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Continuo a lottare
Ma tant’è, nell’era dei diritti, l’un contro l’altro armati,
combattiamo sospettosi.
Come ogni essere umano, anch’io ho avuto la mia buona porzione
di sofferenza. L’uomo decaduto non può compiere il bene che
conosce: ciò non può essere imputato alla sola forza delle passioni
sensibili, ma alla scelta del peccatore che sa di preferire ciò che è
peggiore.
Questa consapevolezza, necessaria per rendere moralmente
rilevante l’azione umana, implica una trasformazione nella
descrizione della struttura del soggetto: la scelta cessa di essere ciò
che nel pensiero antico era sempre stata. In questa nuova
prospettiva, la scelta non coincide più con lo stesso corso delle
azioni che deriva dalla valutazione razionale della situazione pratica
in base agli abiti acquisiti, ma diviene un atto interno alla mente ed
eseguito da una facoltà dell’anima, diversa dall’intelletto, volta a
preferire una delle possibilità individuate dalla ragion pratica.
Arthur Schopenhauer diceva: “Ogni innamoramento, per quanto
etereo voglia apparire, affonda sempre le sue radici nell’istinto
sessuale” e anche “se la passione del Petrarca fosse stata appagata,
il suo canto sarebbe ammutolito…”.
Vivere “Sospesi”
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Continuo a lottare
In questo nostro percorso, siamo spesso tentati di “prendere una
scorciatoia”, un percorso più rapido e meno complicato, ma non è
questo che si aspetta da noi. “Entrate per la porta stretta, poiché
larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti
sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta
la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”
(Matteo 7, 13-14).
Mi sono smarrito nell’assedio dei pensieri intrusivi.
Un viaggio chiamato mente, sono un fiume in piena i pensieri bui,
bussano prepotentemente, si fanno spazio.
Sono ostacoli al crocevia, sono…
Nel cosmo della mente solo chi ha la mente di un bambino sa
connettersi con l’universo.
Non limitare la mente, non infettarla di veleni, non riempirla di
spazzatura.
Rinunciare genera conflitti, sublimare la mente
ottieni il tuo successo.

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2 commento su “Mimmo Leonetti un viaggio chiamato mente”
  1. Un libro è come un figlio, va accudito con tutte le proprie forze fino a quando non è in grado di badare a se stesso, ma per arrivarci serve tanto lavoro.

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