Marzo 14, 2025

L’incertezza degli alleati euroatlantici su cosa si debba intendere per vittoria in Ucraina

Sembra abbastanza scontata quale debba essere la definizione di vittoria nel conflitto russo-ucraino, se vista dal lato occidentale. In realtà, nel momento in cui si vanno a precisare i contorni di tale concetto, ci si accorge che è un’idea ancora estremamente vaga e sfumata. Il trionfo di Kiev annunciato nei primi mesi dopo il 24 febbraio 2022 si è silenziato fino a diventare poco più che una probabile prevalenza strategica. Il crollo della Russia, del suo governo e della sua economia venivano dati come inevitabili e imminenti, una questione di settimane, e invece oggi Mosca tesse affari e contatti con più di metà del globo (e pure con molti di quei Paesi che sulla carta dovrebbero boicottarla). E allora che significa vincere per Washington e per Bruxelles? I vertici euroatlantici hanno lasciato carta bianca a Zelensky, il quale forse ha esagerato nei suoi proclami di “vittoria totale” che va a ricomprendere i confini del 2013 e lo sbaragliamento definitivo della potenza russa. I politici europei e americani si sono accorti che il presidente ucraino non può mantenere queste promesse, ma non corrono ai ripari in maniera concreta. Qualcuno dice che la fine della guerra arriverà prima di quanto si creda e che quindi è ora di decidere cosa si vuole. Altrimenti Mosca potrà facilmente riempire il vuoto della narrativa con i contenuti che preferisce, e presentarsi così come la vera trionfatrice dello scontro con l’Occidente. Lo ha detto persino la rivista americana di geopolitica Foreign Policy, che teme seriamente una sconfitta anzitutto mediatica inflitta dai russi all’alleanza NATO-Ucraina. Fonte: https://strumentipolitici.it/lambiguita-euroatlantica-sugli-obiettivi-in-ucraina-una-vittoria-provvisoria-oppure-meglio-che-niente/

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