Dopo l’annuncio della fornitura di carri armati da combattimento a Kiev da parte della NATO, la Federazione Russa ha espresso la sua opinione in merito. Il primo a rispondere è stato Konstantin Gavrilov capo della delegazione russa nei negoziati di Vienna sulle questioni di sicurezza militare e controllo sugli armamenti. Gavrilov ha tirato fuori dal cassetto un argomento che viene di regola insabbiato dalla stampa euroatlantica, perché davvero scottante per l’opinione pubblica: l’uranio impoverito presente nelle munizioni. Il rappresentante russo ricorda ai colleghi occidentali che le munizioni dei Bradley, i Marder e i Leopard 2, alcuni fra i tank che verranno mandati a Zelensky, posseggono un “cuore” di uranio che le rende più pesanti e penetranti, ma anche potenzialmente disastrose da un punto di vista ambientali. E ricorda quindi i danni all’ecologia e alla salute delle persone che le armi della NATO fecero in Jugoslavia e in Iraq. La conclusione di Gavrilov è dunque che Mosca riterrà l’uso di munizioni a uranio impoverito equivalente all’impiego di “bombe nucleari sporche”. Infine raccomanda agli “sponsor occidentali della macchina bellica di Kiev” di non promuovere “ricatti nucleari” da parte dell’Ucraina. Ma l’avvertimento più temibile viene proprio dal Cremlino. Il portavoce del presidente Putin, Dmitry Peskov, ha detto la Russia ormai considera la NATO come coinvolta direttamente nel conflitto, almeno fin tanto che le sue forniture di armi a Kiev continueranno ad aumentare di livello e di quantità. I vertici di Bruxelles e di Washington negano di essere parte attiva dello scontro, ma a Mosca non credono più a questa versione, perché i fatti smentiscono i vari Stoltenenberg e colleghi. Fonte: https://strumentipolitici.it/carri-armati-della-nato-allucraina-contraddizioni-e-pericoli/
La Russia rammenta alla NATO l’uranio impoverito nelle munizioni per i tank
