Dicembre 20, 2024

La ricerca Acronis per la Settimana mondiale della Protezione Informatica rivela che il 42% delle aziende ha subito perdite dei dati nel 2019

Acronis, leader globale della cyber protection, a partire da oggi, World Backup Day, celebra la settimana mondiale della protezione informatica rivelando che il 42% delle aziende nel 2019 ha subito un evento di perdita di dati che ha provocato tempi di inattività. Questo numero elevato è probabilmente causato dal fatto che mentre circa il 90% dei responsabili aziendali esegue correttamente le operazioni di backup, solo il 41% lo fa ogni giorno, lasciando molte aziende con lacune nei dati disponibili per il recupero.

I risultati della ricerca World Cyber Protection Week di Acronis illustrano proprio questa nuova realtà che le strategie e le soluzioni tradizionali per la protezione dei dati non sono più in grado di gestire al meglio. Ecco perché Acronis ha esteso la Giornata mondiale del backup – celebrata ogni 31 marzo – alla Settimana mondiale della protezione informatica.

Il sondaggio annuale, a cui hanno partecipato quest’anno quasi 3.000 persone, misura le abitudini di protezione degli utenti di tutto il mondo. I risultati hanno evidenziato che mentre il 91% delle persone esegue il backup di dati e dispositivi, il 68% perde ancora i dati a causa di eliminazione accidentale, guasti hardware o software o backup obsoleti.

Inoltre, l’85% delle aziende non esegue il backup più volte al giorno, solo il 15% dichiara di farlo, il 26% lo fa una volta al giorno, il 28% settimanalmente, il 20% ogni mese e il 10% non esegue alcun backup, il che può comportare la perdita di dati senza possibilità di recupero completo.

Di quegli utenti professionali che non eseguono backup, quasi il 50% ritiene che i backup non siano necessari. Una convinzione che l’indagine contraddice: il 42% delle aziende ha segnalato una perdita di dati con conseguente inattività quest’anno e il 41% riferisce di perdere produttività o denaro a causa dell’inaccessibilità dei dati. Inoltre, solo il 17% degli utenti finali e il 20% dei professionisti IT seguono le migliori pratiche, utilizzando backup ibridi su supporti locali e nel cloud.

Questi risultati sottolineano l’importanza di implementare una strategia di protezione informatica che includa il backup dei dati più volte al giorno e la pratica della regola di backup 3-2-1: creare tre copie dei dati (una copia primaria e due backup), archiviare le copie in almeno due tipi di supporti e una di queste copie archiviarla in remoto o nel cloud.

“Gli utenti finali e le aziende continuano a soffrire di perdite di dati e attacchi informatici. Tutto ciò che ci circonda sta rapidamente diventando dipendente dal digitale ed è ora che tutti prendano sul serio la protezione informatica “, ha commentato Gaidar Magdanurov, Chief Cyber ​​Officer di Acronis. “La protezione informatica nel mondo digitale diventa il quinto bisogno umano fondamentale, specialmente durante questo periodo senza precedenti in cui molte persone devono lavorare in remoto e utilizzare reti domestiche meno sicure. È fondamentale implementare in modo proattivo una strategia di protezione informatica che garantisca la sicurezza, l’accessibilità, la privacy, l’autenticità e la sicurezza di tutti i dati, applicazioni e sistemi, sia che si tratti di utenti finali, di professionisti IT o di fornitori di servizi IT.”

Cyber ​​Protection: come cambia il gioco

Con l’aumento degli attacchi informatici, il backup tradizionale non è più sufficiente per proteggere dati, applicazioni e sistemi, e rischia di essere particolarmente pericoloso quando si tratta di business. I criminali informatici prendono di mira il software di backup con ransomware e provano a modificare i file di backup, il che aumenta la necessità di verifica dell’autenticità durante il ripristino dei carichi di lavoro.

Ha senso, quindi, che il sondaggio abbia indicato un livello universalmente elevato di preoccupazione per le minacce informatiche come i ransomware. L’88% dei professionisti IT ha espresso preoccupazione per questo tipo di minaccia, l’86% è preoccupato per il cryptojacking, l’87% per attacchi di ingegneria sociale come il phishing e il 91% per le violazioni dei dati. Tra gli utenti finali, la consapevolezza e la preoccupazione riguardo a tutti e quattro questi tipi di minacce sono quasi altrettanto elevate. E rispetto al sondaggio di Acronis del 2019, la preoccupazione per le minacce informatiche è aumentata del 33%.

Il sondaggio ha anche rivelato una mancanza di conoscenza della gestione dei dati, evidenziando la grande necessità di soluzioni di protezione informatica con maggiore visibilità e analisi. I risultati sorprendenti indicano che il 30% degli utenti finali e il 12% dei professionisti IT non saprebbero dire se i loro dati sono stati modificati in modo imprevisto, mentre il 30% non saprebbe dire se la sua soluzione anti-malware blocca le minacce zero-day. Inoltre, il 9% delle aziende ha dichiarato di non sapere se si sono verificati tempi di inattività a causa della perdita di dati quest’anno.

Per garantire una protezione completa, i backup sicuri devono far parte dell’approccio globale di protezione informatica do ogni azienda, e questo deve includere protezione da ransomware, disaster recovery, sicurezza informatica e strumenti di gestione. Questo approccio profondamente integrato affronta anche i vettori di Cyber ​​Protection, offrendo sicurezza, accessibilità, privacy, autenticità e (SAPAS) per tutti i dati, applicazioni e sistemi.

Raccomandazioni per la Settimana mondiale della protezione informatica

Che si sia preoccupati per i file personali o per la continuità aziendale dell’azienda, Acronis ha cinque semplici consigli da seguire:

  • Creare sempre backup di dati importanti. Conserva più copie del backup sia localmente (per ripristini rapidi e frequenti) sia nel cloud (per garantire che tu abbia tutto in caso di incendio, alluvione o disastro che colpisca le tue strutture).
  • Assicurarsi che i sistemi operativi e le applicazioni siano aggiornati. Affidarsi a sistemi operativi o app obsoleti significa privarsi di correzioni di bug e di patch di sicurezza che aiutano a impedire ai criminali informatici di accedere ai sistemi.
  • Fare attenzione alle e-mail, ai collegamenti e agli allegati sospetti. La maggior parte delle infezioni da virus e ransomware sono il risultato di tecniche di social engineering che inducono gli individui ad aprire allegati di posta elettronica infetti o a fare clic su collegamenti a siti Web che ospitano malware.
  • Installare software anti-virus, anti-malware e anti-ransomware abilitando gli aggiornamenti automatici in modo che il sistema sia protetto dai malware, con il miglior e più aggiornato software.
  • Prendere in considerazione l’implementazione di uno strumento di protezione informatica integrata che combini backup, anti-ransomware, antivirus, valutazione delle vulnerabilità e gestione delle patch in un’unica soluzione, per una maggiore facilità d’uso, efficienza e affidabilità.

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