In Europa alcuni commentatori ed economisti hanno suggerito alla Norvegia di ridurre i prezzi o almeno di mettere un tetto massimo per il gas che sta fornendo al Continente. Dopo che l’Unione Europea e gli altri Paesi dell’area NATO hanno imposto progressivamente sanzioni sul gas russo, impegnandosi a non acquistarlo, la Norvegia ha consolidato la sua posizione di fornitore continentale di primaria importanza: oggi garantisce alla UE il 25% del suo fabbisogno di combustibile e il 50% alla Gran Bretagna. Di fatto, oggi Oslo è insostituibile sia per i volumi che dà sia per la vicinanza geografica, un fattore significativo nel momento in cui si parla di costi. E sono proprio i prezzi che pratica la Norvegia a impensierire gli economisti: sono prezzi legittimi, di mercato, ma i consumatori europei non ce la fanno più. La domanda rivolta al governo norvegese è: “Non è che potreste venirci incontro?”. La risposta è stata: “Parliamone pure, ma da parte nostra nessuno sconto”. Oslo ha le sue buone ragioni per non voler abbassare il prezzo o fissare un limite massimo, ragioni esposte dal professore emerito della BI Norwegian
Business School Øystein Noreng. Anzitutto lo sconto diminuirebbe i guadagni della compagna energetica nazionale norvegese, la Equinor ASA, che sta facendo fruttare allo Stato dei profitti record; inoltre esso non avrebbe alcun effetto apprezzabile sull’economia reale dei Paesi europei, perché le uniche ad esserne contente sarebbero le aziende che comprano e distribuiscono il gas sui vari mercati. Lo sconto infatti non alleggerisce i costi del consumatore finale, ma solo delle aziende intermediare: secondo Noreng, devono essere i governi nazionali a intervenire per mettere un tetto ai prezzi e agevolare in qualche modo i propri cittadini. FONTE: https://strumentipolitici.it/norvegia-niente-sconti-agli-europei2-sul-gas-i-profitti-pero-aumentano/