Luglio 27, 2024

A pochi chilometri di distanza da Lecce, esattamente nel “cuore” del Salento, sorge una delle meraviglie della zona, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, la cui storia è stata recentemente portata anche in televisione su Rai3 in una puntata della trasmissione “GEO”. L’abbazia, dal 2012 è stata affidata dalla Provincia di Lecce al FAI, con una concessione trentennale, il cui scopo è quello di eseguire i necessari restauri e poi aprirla alla fruizione del pubblico.

La leggenda di Santa Maria di Cerrate

La leggenda vuole che l’abbazia sia stata edificata da Tancredi d’Altavilla, all’epoca Conte di Lecce, il quale ebbe l’apparizione della Madonna all’interno di una grotta, mentre stava inseguendo una cerbiatta. Secondo gli storici il complesso dell’abbazia risale agli anni tra la fine dell’undicesimo e l’inizio del XII secolo, quando dei monaci greci vi si insediarono, sotto Boemondo d’Altavilla, Duca di Puglia e figlio di Roberto il Guiscardo.
I monaci seguivano la regola di San Basilio Magno e le fonti parlano dell’esistenza sia di una biblioteca che di uno scriptorium fin dalla metà del dodicesimo secolo. Con il passare del tempo l’Abbazia divenne un centro monastico molto importante, non solo per la Puglia, ma per tutta l’Italia meridionale. Nel 1531, quando nel complesso dell’Abbazia si trovavano oltre alla Chiesa anche le case per i contadini, le stalle, un mulino, un pozzo e anche due frantoi, diventando quindi una struttura ricca e nel contempo molto articolata, passò sotto la giurisdizione dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli.
Nel 1711 Santa Maria di Cerrate viene assalita e saccheggiata dai pirati turchi e questo causa uno stato di degrado e di abbandono dell’intero complesso, che prosegue fino a quando, nel 1965, non interviene la Provincia di Lecce.

Santa Maria di Cerrate e il Romanico Pugliese

La Chiesa di Santa Maria è un esempio importante di questo stile, con la sua facciata a capanna completata dal rosone centrale. La sua suddivisione interna è a tre navate, ognuna con abside. Sopra il portale si trova un’arcata con “altorilievi”, che riproducono scene appartenenti al “Nuovo Testamento”, di eccezionale qualità.
Il soffitto fu realizzato utilizzando canne, travi e tegole; sopra l’altare maggiore si trova un baldacchino che risale al 1269. L’interno della chiesa era caratterizzato da una serie di affreschi, su molte pareti e principalmente nelle absidi, ed oggi se ne possono vedere alcuni, databili al XII e XIII secolo, che con molta probabilità sono stati eseguiti da maestri greci.
La visione di questi affreschi è stata resa possibile dallo “strappo” degli affreschi successivi, realizzati tra il XIV e XV secolo, che si erano “staccati” nel corso degli anni settanta del secolo scorso. Alcuni affreschi, durante i lavori di restauro, che sono iniziati due anni fa e sono ancora in corso, vennero staccati dalle pareti e fanno bella mostra in un vicino museo.
A sinistra della chiesa si trova un portico datato XIII secolo caratterizzato da colonne di forma cilindrica e poligonale, che portano al disopra dei capitelli diverse decorazioni; di fronte al portico si trova anche un pozzo ornamentale, risalente al XV secolo.
Intorno alla chiesa si trovano degli edifici che sono stati realizzati in epoche diverse, come la Casa del Massaro, la Casa Monastica.
Ed anche un fabbricato realizzato all’inizio del XVI secolo, che veniva con mota probabilità impiegato come stalla ed è caratterizzato dalle volte a stella sull’unica sala.
L’Abbazia di Cerrate, che è stata allo stesso tempo un centro religioso edanche produttivo, ha un valore storico e culturale, che è legato in maniera molto stretta al contesto rurale nel quale si trova, immersa com’è in un paesaggio nel quale si alternano oliveti, aree coltivate e alberi da frutto.
L’attività produttiva che vi si svolgeva è ancora oggi testimoniata da due antichi “trappiti”, frantoi ipogei, e dai pozzi in cui veniva raccolto l’olio.
A pochi km, ci si potrà recare anche nella splendida Marina di San Cataldo. Attigua all’Oasi delle Cesine, è da sempre considerata come la spiaggia dei leccesi. Sono molte le possibilità di alloggio, come ad esempio il Residence Campo Verde che permette di acquistare un appartamento in vendita a Lecce in uno scenario unico: un’immensa pineta, 3 piscine (di cui una dedicata ai bambini) e campi da calcio e da tennis.

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