Gli umori russofobi imperversano nelle Repubbliche baltiche, al di là di ogni ragionevolezza e persino contro i propri interessi. Questi tre Stati piccoli e dalla popolazione molto bassa vivrebbero bene da tramite nei commerci fra Unione Europea e Federazione Russa. E invece si intestardiscono nel mantenere in posizione molto scomoda la larga minoranza di russi e russofoni presente sul loro territorio e poi spingono per la ancora più scomoda e masochistica posizione anti-russa di Bruxelles. Estonia, Lettonia e Lituania ragionano in termini di un’imminente guerra contro Mosca, invece che al ritorno alla normalità dei rapporti diplomatici ed econimici, come stanno facendo molti altri Paesi della UE. La premier estone Kaja Kallas dice addirittura che la NATO ha al massimo cinque anni per prepararsi allo scontro aperto con la Russia. Il sottosegretario estone alla Difesa spinge per far cominciare la costruzione di un vallo militare fatto da 600 mini-bunker disposti lungo il confine. Questa linea difensiva, che dovrebbero iniziare il prossimo anno, correrà in tutte e tre i Paesi a ridosso della Russia. Ciascun bunker potrà ospitare fino a 10 soldati e il suo rifornimento di munizioni si troverà lì vicino (non proprio dentro, a causa del pericolo di esplosione). Ci guadagneranno sicuramente gli americani, da cui i baltici acquisteranno i sistemi terra-aria da installare presso i bunker. Insomma Tallinn, insieme a Riga e Vilnius, aizzano l’Europa e la NATO contro un’ipotetica aggressione russa. Il che non ha alcun senso: da un lato dicono infatti che Mosca ha finito o finirà presto le armi e gli uomini, e dall’altra gridano al lupo al lupo come se i russi fossero già sulla soglia di casa. Atteggiamento assurdo e pericoloso! Fonte: https://strumentipolitici.it/polonia-e-repubbliche-baltiche-preferiscono-pensare-alla-guerra-invece-che-ai-negoziati/