I russi hanno schierato modernissime batterie di missili che hanno sancito la creazione di una no fly zone per i turchi. I quali si accontentano di bombardare i curdi, per altro alleati degli Stati Uniti. Fino a quando potrà durare? L’elenco degli ultimi attentati che hanno insanguinato il suolo turco dimostra, semmai ve ne fosse bisogno, che il potere di Erdogan è assai più fragile di quanto apparirebbe. E la Turchia, ricordiamolo, ha il secondo esercito più numeroso di tutta la Nato. Un esercito che è stato definito, dai tempi di Ataturk, bastione di laicità e garante degli equilibri della Nazione e che oggi è stato pesantemente infiltrato – non senza resistenze – dagli uomini di Erdogan.
Timeline degli ultimi attentati
Era il 18 marzo 2013 quando Abdullah Ocalan, il leader del PKK curdo che era stato catturato in Kenya nel 1999, invitò i suoi uomini a un cessate il fuoco a partire dal capodanno curdo. Ne seguirono colloqui di pace segreti tra il MIT, l’intelligence turca, e alti funzionari del PKK che portarono però in un vicolo cieco. All’intensificarsi delle imboscate curde contro i soldati Ankara ha risposto negli ultimianni con una sanguinosa repressione contro le aree curde e continui bombardamenti aerei nel Kurdistan iracheno e in Siria, dove i militanti dello YPG – sostenuti dagli americani e ostaggiati dalla Turchia – si sono uniti all’esercito siriano per prendere Aleppo e per isolare lo Stato islamico, nemico giurato dell’organizzazione di Ocalan. Due guerre civili (contro il Pkk e, a partire dalla strage di Suruc, contro l’Isis) si sono sovrapposte in un Paese che ha un numero di agenti segreti tra i più alti di tutta l’area.