Il conflitto in Palestina ha scosso il mondo e messo in allerta gli investitori. Come gestire il risparmio privato in un contesto di volatilità e incertezza? Sul blog di Banca Generali l’analisi di Corrado Cominotto, Responsabile gestioni patrimoniali attive.
Banca Generali: guerre e politiche monetarie, quali i rischi per il risparmio privato
Il risparmio privato è messo a dura prova dalla situazione geopolitica e macroeconomica attuale, che vede una forte volatilità dei mercati e una crescente incertezza sulle mosse delle banche centrali. Agli effetti della pandemia e del conflitto russo-ucraino oggi si aggiungono anche i timori sul Medio Oriente, con un potenziale impatto sulla politica monetaria in Europa e negli Stati Uniti. Una serie di incognite di fronte alle quali la parola d’ordine per i risparmiatori è prudenza. A spiegarlo è Corrado Cominotto, Responsabile gestioni patrimoniali attive di Banca Generali, leader nelle soluzioni di investimento per il risparmio privato. Il conflitto in Palestina è sicuramente una fonte di volatilità ulteriore, soprattutto in un contesto che risente del rialzo dei tassi di interesse deciso dalla FED e dalla BCE per contrastare l’inflazione. Di pari passo con l’incertezza c’è la tendenza dei risparmiatori a cercare beni rifugio, in primis oro e petrolio. Ma se in passato il conflitto israelo-palestinese ha comportato profonde ripercussioni sui prezzi del greggio, oggi la tendenza sembra essere diversa, sottolinea Cominotto. Al momento i rialzi di oro e petrolio appaiono infatti contenuti, così come le variazioni del mercato obbligazionario e azionario.
Cominotto (Banca Generali): “Nuovo embargo OPEC improbabile, ma attenzione all’Iran”
Il motivo, secondo il Responsabile di Banca Generali, va ricercato nel diverso atteggiamento finora mostrato dai Paesi arabi dell’OPEC. A differenza ad esempio di quanto accaduto negli anni ‘70, quando durante la guerra del Kippur l’OPEC dichiarò un embargo petrolifero contro i sostenitori di Israele causando una fiammata inflazionistica e un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, oggi un embargo di questo tipo risulta altamente improbabile. Tuttavia, se dovesse essere coinvolto l’Iran, potrebbe verificarsi un aumento repentino del prezzo del petrolio, che porterebbe i banchieri centrali a essere più restrittivi del previsto, causando di fatto una recessione. In generale, i beni rifugio più attraenti per il risparmio privato sono i titoli governativi, in particolare il Treasury USA, che fornisce anche la diversificazione valutaria derivante dal dollaro americano. Dal 7 ottobre a oggi, ribadisce Cominotto, i mercati non hanno registrato significative variazioni, ma è bene essere preparati a eventuali scenari avversi.