Anatomicamente parlando, nel nostro corpo ci sono due tipi di emorroidi: interne ed esterne. Le prime sono ubicate più in profondità lungo il canale anale, e non essendo innervate spesso non causano dolore – al punto che quasi non ci si accorge di averle – mentre quelle esterne si trovano vicino allo sfintere ed essendo, al contrario, ricche di terminazioni nervose la loro presenza è più che evidente perché danno origine a fenomeni dolorosi anche piuttosto intensi.
I termini “interne” ed “esterne” si riferiscono alla posizione anatomica naturale di questi piccoli cuscinetti, ma è possibile anche sentir parlare di emorroidi prolassate: che differenza c’è? Semplicemente, queste emorroidi hanno subito dei problemi che ne hanno causato il rigonfiamento e poi il trascinamento al di fuori dello sfintere, e quindi sono visibili in superficie come se fossero dei piccoli pallini.
Sia le emorroidi interne che quelle esterne possono prolassare, quindi, ed è sicuramente la scelta più consigliabile quella di farsi vedere da un medico per ottenere una precisa diagnosi e adottare quindi il trattamento più idoneo per il proprio caso – evitando il fai da te che, nonostante tutta la buona volontà, non sempre porta a miglioramenti.
Questi trattamenti possono essere molto vari: dal cambio di alimentazione alla modificazione dello stile di vita, da un aumento dell’attività fisica alle tecniche chirurgiche mini-invasive che negli ultimi anni sono state interessate da una notevole evoluzione in termini di efficacia.