Sono tanti i liguri messi in difficoltà economica dall’obbligo di quarantena tanto che, come certifica un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat ad aprile 2020, se in totale le famiglie della Liguria che hanno visto calare le entrate sono oltre 300.000, il 15% delle famiglie dei rispondenti, pari a circa 82.500 nuclei familiari, ha visto calare il proprio reddito mensile di oltre il 50%.
Se si guarda a chi ha ammesso di aver perso il 100% delle proprie entrate, la percentuale è, in regione, del 4%, equivalente a circa 22.000 famiglie, e, continuando ad analizzare i dati nel dettaglio, un rispondente su cinque, pari quindi al 20% dei nuclei familiari liguri, ha dichiarato di trovarsi già oggi in una situazione di difficoltà economica.
Come i liguri stanno affrontando la situazione
Se a livello nazionale il 53% dei nuclei familiari sta adottando dei comportamenti ad hoc per far fronte alla situazione, la percentuale sale al 55% se si guarda alle famiglie della Liguria. Nello specifico, il 25% dei rispondenti liguri ha dichiarato di aver fatto ricorso ai propri risparmi, mentre il 28% ha cercato di ridurre le spese legate al cibo.
Gli aiuti previsti dal Governo: i più richiesti e quelli più utili
Se si analizzano le risposte di coloro che hanno dichiarato di aver fatto ricorso ad una o più misure introdotte dai decreti del Governo emerge che tra gli intervistati liguri la percentuale è pari al 17%. Guardando ai soli interventi per i quali i cittadini hanno potuto scegliere se aderire o meno, quello più utilizzato dalle famiglie della Liguria è stato il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva (47,1% dei rispondenti liguri che hanno fatto uso di aiuti governativi), seguito dalla possibilità di sospendere il mutuo prima casa (5,9%).
La ricerca ha infine voluto indagare quali fossero, tra i principali interventi introdotti dal Governo per fronteggiare l’emergenza, quelli ritenuti più utili; alla domanda “indichi i tre interventi che ritiene più utili”, il 56% degli intervistati liguri ha risposto il divieto di licenziamenti e l’ampliamento della cassa integrazione (52,8% a livello nazionale), seguito dal bonus di 600 euro per autonomi e partite Iva (42%) e dal premio di 100 euro per il mese di marzo 2020 ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro (33%).
* Metodologia: n. 1.508 interviste CAWI ad un campione rappresentativo della popolazione adulta, in età 18-74 anni, sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta ad Aprile 2020.