L’emergenza Coronavirus ha fatto emergere l’inadeguatezza della vecchia rete caricata da nuovi picchi di domanda. Open Fiber al lavoro per accelerare quanto più possibile i lavori per la nuova infrastruttura in fibra ottica: l’intervista de “La Stampa” all’AD Elisabetta Ripa.
Emergenza Coronavirus, l’impegno di Open Fiber nell’intervista rilasciata dall’AD Elisabetta Ripa a “La Stampa”
Incrementi del 40-70% in “download” e fino al 300% in upload. È il peso del lockdown sul traffico dati: smart working, videoconferenze, lezioni online “ma la nostra infrastruttura sta rispondendo bene”. Lo sottolinea Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, in un’intervista a “La Stampa”, pubblicata lo scorso 7 aprile. L’AD spiega come tutte le reti a banda ultra larga funzionino bene quando non c’è elevata contemporaneità. In situazioni emergenziali come quella che si è verificata in queste settimane che richiedono “contestualità di collegamenti”, la fibra ottica che arriva fin dentro case e uffici, sul modello Ftth, è quella meglio posizionata: “Mentre altre sono al limite, la nostra è già dimensionata per incrementi di traffico significativi, ben al di sopra di quello attuale”. L’emergenza dimostra quindi come sia necessario sostituire rapidamente le reti in rame per dotare il Paese dell’infrastruttura idonea. Non a caso Open Fiber si sta organizzando in vista della ripresa “per accelerare quanto più possibile”, come rileva l’AD: “Stiamo proseguendo con le attività, anche se molti cantieri sono rallentati per evitare le inevitabili concentrazioni di operai e anche perché la filiera in parte è bloccata. Usiamo questo periodo per fare formazione e stiamo dando sostegno finanziario ai nostri fornitori”. E sul post-emergenza, Elisabetta Ripa si dice certa che aumenterà la consapevolezza sul valore delle infrastrutture di TLC, anche in relazione all’importanza delle semplificazioni per realizzarle: “L’emergenza è un corso accelerato di digitalizzazione che contribuirà a una maggiore adozione di servizi evoluti. Dal lavoro alla scuola fino alla sanità”.
Elisabetta Ripa a “La Stampa”: la Road Map per portare la fibra ottica in tutte le regioni
Non solo l’emergenza Coronavirus nell’intervista a “La Stampa”. L’AD di Open Fiber Elisabetta Ripa coglie l’occasione per fare il punto sull’avanzamento del Piano BUL: “Completeremo tutte le regioni entro il 2022, a eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto che saranno completate nel 2023”. E ancora: “In due anni abbiamo collegato 8,5 milioni di case, siamo la terza rete in fibra in Europa dietro la spagnola Telefonica e la francese Orange. E siamo il primo operatore wholesale”. Sulla percentuale dei collaudi rispetto al totale dei lavori, i servizi sono già disponibili per la collettività in oltre 250 comuni: “Stiamo accelerando la messa a disposizione di un’infrastruttura che, ricordiamolo, per funzionare deve essere completata. I singoli cluster territoriali sono come ponti: non se ne può aprire al traffico un pezzo, prima devono essere ultimati”. L’AD di Open Fiber Elisabetta Ripa parla infine anche dell’ipotesi di una rete unica: “Per evitare duplicazioni c’è la strada delle collaborazioni e del co-investimento. L’operatore verticalmente integrato non è il nostro modello di riferimento e non è compatibile con la regolamentazione e gli orientamenti normativi vigenti. Quello che conta oggi è investire nelle infrastrutture digitali, anche per sostenere la ripresa e l’occupazione. Questo mi interessa: nel 2018 siamo partiti con 5 mila lavoratori, quest’anno abbiamo toccato picchi di 14.000”.