Luglio 27, 2024

Nei paesi industrializzati l’eventualità di incappare in problemi di emorroidi è piuttosto elevata: secondo l’enciclopedia medica americana Gale, 1 individuo su 2 andrà incontro a questi disturbi prima di compiere il cinquantesimo anno di età.
Ipotesi non particolarmente confortante per molti, ma conferma della realtà per tanti, qualora le emorroidi avessero già “colpito”. E che fare quando il problema non solo assume un carattere acuto, ma con il passare del tempo tende a riproporsi con maggior frequenza e un peggioramento progressivo dei sintomi?
I rimedi chirurgici spesso sono considerati come una sorta di ultima spiaggia da parte di chi è colpito da questi disturbi proctologici. Eppure questa scelta dovrebbe e potrebbe essere presa in considerazione prima di arrivare a un livello insopportabile di sofferenza e di compromissione della qualità di vita.
A differenza del passato, in cui farsi operare era un terno al lotto in quanto i metodi erano invasivi e gli esiti incerti (spesso anche con un peggioramento dei sintomi iniziali), oggi gli interventi sulle emorroidi sono efficaci, a minimo impatto sul paziente e con brevi tempi di recupero.
Perciò la risposta alla domanda iniziale del titolo è: “Sì”, dopo l’operazione alle emorroidi di possono notare significativi miglioramenti della situazione – e questo vale in particolare per il metodo THD Doppler, che si svolge in anestesia locale ed è di comprovata efficacia. Ecco perché la chirurgia non è più un’extrema ratio, bensì una scelta da considerare al pari di altre.

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