“Essere sempre vigili, dubitare di tutto e tenersi ancorati alla realtà”: Alessandro Benetton suggerisce come tutelarsi dalle bufale online nel nuovo video di “#UnCaffèConAlessandro”.
Fake news, come difendersi? I consigli di Alessandro Benetton
L’invito che arriva da Alessandro Benetton è a “essere sempre vigili, dubitare di tutto e tenersi ancorati alla realtà”. È questa la più importante arma di difesa in un mondo in cui le fake news proliferano ed è sempre più difficile distinguere il vero dal falso e viceversa. Lo spiega efficacemente sui suoi social in un recente appuntamento della sua video-rubrica “#UnCaffèConAlessandro” in cui ha deciso di parlare del tema. “Le notizie false, le storie inventate, sono sempre esistite. Già nell’Antica Grecia il comandante e storico Tucidide affermava che le persone siano da sempre predisposte ad accettare la prima storia che sentono, anziché approfondire e trovare la verità delle cose”, spiega Alessandro Benetton nel video in cui si sofferma anche sul ruolo di Internet che ha di certo contribuito ad accelerare questi processi. E oggi “l’opera di camuffamento della realtà sta diventando sempre più sofisticata” per via dei recenti sviluppi in materia di intelligenza artificiale “con gli ormai famosi Deep Fake”.
Alessandro Benetton: la legge di Brandolini, confutare una notizia è più impegnativo che diffonderla
Dietro però la difficoltà nel confutare le bufale online, spiega Alessandro Benetton nel video, c’è anche “una ragione scientifica” per cui “confutare una notizia è molto più impegnativo che diffonderla, proprio in termini di energia mentale”. È la cosiddetta “legge di Brandolini”, come ricorda Alessandro Benetton: “L’energia necessaria a confutare una sciocchezza è enormemente superiore a quella necessaria per produrla. Esistono dei bias cognitivi che ci portano a dare molta più rilevanza a notizie sensazionalistiche che alle loro smentite, anche quando supportate da fonti autorevoli. Vi racconto quali sono i 3 bias cognitivi che talvolta ci possono trarre in inganno, sul web come nella vita offline. Pensare è faticoso, approfondire ancora di più”.