Dicembre 21, 2024

Maia Sostegno alla Vita, sms e chiamate solidali fino al 22 aprile

Lumbi è un villaggio nel cuore della Repubblica Democratica del Congo, a 400 chilometri dalla capitale Kinshasa, difficile da raggiungere per la situazione disastrosa delle strade. Qui le Suore Passioniste di San Paolo della Croce gestiscono l’ospedale di Txingudi. Il presidio costituisce l’unico punto di assistenza sanitaria gratuita (nel Paese il sistema sanitario è a pagamento) per oltre 60mila persone che vivono di agricoltura e pastorizia.
La direzione della struttura è affidata a suor Alberta Vagnetti, caposala e ostetrica, che da oltre 20 anni con grande forza e tenacia porta avanti un lavoro straordinario. Insieme a lei collaborano altre suore, tra cui un medico e alcune infermiere, e personale laico, per un’equipe di 25 operatori. Ogni anno si rivolgono all’ospedale circa 6mila persone: per lo più donne gestanti, bambini, giovani e anziani. La comunità delle suore, oltre a prestare servizio ospedaliero, aiuta i più poveri, gli orfani e garantisce l’istruzione primaria e secondaria.
Per sostenere l’ospedale, in modo particolare per contrastare la mortalità materna e infantile, Semi di Pace onlus ha lanciato la campagna “Progetto Maia Sostegno alla Vita” alla quale è possibile contribuire fino al 22 aprile con sms e chiamate al numero solidale 45591.
«La Repubblica Democratica del Congo è una terra di contrasti, ricca di risorse ma povera. – sottolinea l’associazione – Un Paese pieno di conflitti segnato dall’insicurezza e dalla significativa mancanza di strutture sanitarie adeguate a una popolazione in rapido aumento. L’associazione collabora dal 2012 con l’ospedale, mettendo a disposizione risorse e strumentazioni. Una delle emergenze che ci è stata portata all’attenzione da suor Alberta è quella delle donne con gravidanze complicate che richiedono il parto cesareo, indispensabile per salvare la vita della madre e quella del bambino. Per questo motivo abbiamo deciso di promuovere il “Progetto Maia Sostegno alla Vita”. Il primo passo di un’iniziativa a più ampio respiro che ha l’obiettivo di riqualificare il presidio e di organizzare missioni sanitarie per implementare l’assistenza sanitaria e formare il personale locale».

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